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lunedì 18 novembre 2019

Un'analisi di Galli della Loggia

Sono lontano dalle posizioni di Galli della Loggia, ma lui riesce a capire il carattere "difensivo" di quello che la sinistra stigmatizza come "populismo" e "sovranismo". Questo lo innalza parecchie spanne al di sopra della sinistra stessa.


https://www.corriere.it/editoriali/19_novembre_14/perche-destra-cosi-forte-europa-c434b524-0717-11ea-8c46-e24c6a436654.shtml

mercoledì 10 luglio 2019

A che serve la sinistra?

La vicenda greca, sfociata per il momento nelle elezioni che hanno visto la vittoria della destra, dovrebbe aver reso evidente anche ai più duri di comprendonio quale sia il ruolo della sinistra oggi: far accettare alla popolazione scelte politiche di destra, preparando così il ritorno al potere della destra "ufficiale". Dovrebbe essere evidente che, se si vogliono difendere i ceti subalterni, occorre rifiutare la dicotomia destra/sinistra tutta intera. Ma sembra ormai lecito il sospetto che, della difesa dei ceti subalterni, non importi nulla a nessuno.

martedì 27 giugno 2017

Sui risultati delle amministrative

Mi sembra che in questa tornata elettorale si sia ottenuto il massimo possibile: il PD e Renzi sono più deboli (e questa era la cosa fondamentale) senza che per questo la destra si sia realmente rafforzata, mentre ai grillini è stato segnalato in maniera chiara e forte che non possono pretendere di essere votati all'infinito sulla fiducia. Più di questo non si poteva realisticamente chiedere.

Aggiungo una riflessione di Lenoardo Mazzei, condivisibile nella sostanza (anche se personalmente non credo vi siano spazi effettivi per una forza politica alternativa)


http://sollevazione.blogspot.it/2017/06/non-restare-con-le-mani-in-mano-di.html

mercoledì 25 gennaio 2017

venerdì 1 gennaio 2016

Un'intervista a Michéa

Segnalo con piacere questa intervista di Michéa su Repubblica:


http://www.repubblica.it/cultura/2015/12/19/news/jean-claude_miche_a_la_sinistra_deve_rifondare_l_alleanza_illuminista_-129800190/?ref=fb




C'è una profonda sintonia fra quanto dice Michéa e quanto per anni siamo andati dicendo Massimo Bontempelli ed io a proposito dell'esaurimento storico dell'opposizione destra/sinistra. Naturalmente "Repubblica" non si smentisce mai: il titolo dell'intervista mette fra virgolette una frase che Michéa non pronuncia, e che anzi sembra a me abbastanza incompatibile con le sue analisi.
(M.B.)









venerdì 5 giugno 2015

Ancora su destra e sinistra

Mi sembra che il tema della dicotomia destra/sinistra, con le tesi contrapposte della sua perdurante validità oppure del suo superamento, sia sottinteso in alcune delle discussioni a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi (per esempio quella relativa a Diego Fusaro, partita da qui e proseguita per esempio qui). Si tratta però di una tematica che resta spesso sottintesa, o magari accennata e liquidata con poche battute. Il risultato è che sul tema del superamento di destra e sinistra vi è un certo grado di confusione. Penso sia bene provare almeno a dissipare un po' di questa confusione. Un'occasione per farlo può essere questo articolo, di qualche tempo fa, di Moreno Pasquinelli, che ha il merito di affrontare esplicitamente la questione. In realtà lo scopo ultimo dell'articolo mi sembra sia quello di portare un attacco al tentativo, attribuito a Fusaro, di creare di una forza politica sovranista ma non caratterizzata in termini di destra e sinistra. Non è però di questo che intendo trattare adesso: mi interessa invece discutere la ricostruzione della genesi della tesi sul superamento di destra e sinistra (d'ora in poi, per brevità , la chiamerò ”tesi del superamento”), ricostruzione proposta da Pasquinelli all'inizio dell'articolo. Mi trovo infatti a dissentire su alcuni aspetti di tale ricostruzione, e penso che esplicitare questo dissenso possa essere un contributo a fare chiarezza su questi temi.

lunedì 27 aprile 2015

sabato 18 aprile 2015

Invito all'esodo/1

In alcuni siti che seguo sono state pubblicate recentemente dure critiche a Diego Fusaro (qui e qui). Mi sembra che il punto critico cruciale dietro a queste discussioni sia quello del superamento dell'opposizione di destra e sinistra. Mi riservo di intervenire su questo in futuro. Per il momento, penso che possa essere interessante offrire ai lettori qualche documento sull'origine di alcune delle tesi attualmente in discussione. Uno dei luoghi intellettuali nei quali si sono elaborate queste tesi, negli anni Novanta, è stata la rivista "Koiné", stampata a Pistoia dalla casa editrice CRT. Attorno ad essa si radunarono persone diverse per età e percorsi culturali pregressi, ma tutte accomunate dal fatto di aver attraversato, in un modo o nell'altro, il marxismo e la sua crisi, e dal fatto di cercare nuovi modi di impostare la critica intellettuale dell'esistente. Fra queste persone, le più note erano senz'altro Massimo Bontempelli, Gianfranco LaGrassa, Costanzo Preve. Assieme alla rivista, la casa editrice CRT pubblicò in quegli anni molti testi, scritti dalle persone appena nominate e da vari altri collaboratori della rivista. L'insieme di questi testi costituisce, credo, un robusto fondamento per le tesi sul superamento di destra e sinistra.
I due articoli che vi propongo, in varie puntate, non sono stati pubblicati su "Koiné", ma su "Diorama letterario", la rivista di Marco Tarchi, e volevano essere una presentazione a interlocutori esterni delle tesi fondamentali che gli autori andavano elaborando. Il primo articolo, "Invito all'esodo", è stato pubblicato nel numero 150, Febbraio-Marzo 2002, di "Diorama Letterario". Gli autori sono Marino Badiale, Massimo Bontempelli, Federico Dinucci.
(M.B.)


I.
1. Distacco critico. Con questo articolo intendiamo presentare ai lettori di “Diorama”  alcune delle idee e degli argomenti che stanno alla base della nuova serie della rivista “Koiné” pubblicata dalla CRT di Pistoia.
Il gruppo di persone che si è riunito per tentare l’impresa di costruire una nuova rivista di analisi culturale, politica e filosofica sapeva di assumersi un compito difficile, tanto grande è il numero di tali riviste e tanto piccolo è lo spazio di attenzione che in genere riescono a conquistare. Ci si  è nondimeno imbarcati in questa avventura per un motivo molto semplice: ci sembrava di avere qualcosa di originale da dire, qualcosa che non riuscivamo a trovare nelle riviste, nei libri o nei giornali che leggevamo, e infine qualcosa che valeva la pena fosse detto.
In estrema sintesi, le nostre posizioni sono quelle di chi ritiene necessario un atteggiamento di critica e di distacco rivolto su due fronti: da una parte contro il capitalismo attuale e le sue ideologie, dall’altra contro quelle posizioni teoriche e pratiche, di destra e di sinistra, che nel  900 hanno tentato la critica e il superamento del capitalismo.  Le persone legate alla nuova serie di “Koiné” provengono, tutte o quasi, da esperienze “di sinistra”, e parlare di “distacco critico dal capitalismo” può forse apparire ovvio e banale. Vogliamo comunque ribadire alcuni punti per noi decisivi, perché sono essi a motivare anche il nostro distacco dalla sinistra.
L’attuale società capitalistica si sta muovendo in direzioni che accentuano ogni giorno di più i caratteri di irrazionalità e insensatezza che essa ha sempre avuto e che apparivano mitigati nella fase del welfare state. Negli ultimi decenni è stato distrutto il compromesso sociale che assicurò, nei trent’anni seguiti alla Seconda Guerra Mondiale, tassi di sviluppo senza precedenti, ma soprattutto una politica di redistribuzione dei redditi che innalzò i livelli di consumo e benessere delle masse e permise lo sviluppo di una vasta rete di sicurezze e garanzie sociali (pensioni, scuola, sanità, tendenziale piena occupazione). Oggi, nel tempo del capitalismo sregolato e “globalizzato”, appare dominante la spinta all’aumento delle disuguaglianze sociali e delle fasce di autentica povertà, alla perdita dei diritti, delle sicurezze, delle garanzie conquistate dai ceti inferiori delle società occidentali. La situazione drammatica in cui vivono milioni di esseri umani nel pianeta e l’incapacità o la non volontà da parte dei paesi industrializzati di sviluppare un’azione effettiva di giustizia rispetto ai tanti problemi del mondo generano tensioni che sempre più spesso sfociano in guerre e violenze, alle quali l’Occidente egemonizzato dagli USA non sa rispondere se non con interventi militari che creano le premesse di nuovi problemi e nuove violenze. Uno svuotamento sostanziale della democrazia, ridotta a competizione di immagine fra candidati indistinguibili, e un sovrano disinteresse verso le conseguenze ecologiche del nostro modello di sviluppo completano il quadro. Si tratta di un quadro tanto negativo da farci temere che, a medio o lungo termine, le contraddizioni del nostro mondo possano esplodere in crisi distruttive.

2. Critica della sinistra. Il mondo del capitalismo contemporaneo è dunque un mondo che deve essere criticato e combattuto. Ma per fare questo occorre abbandonare definitivamente e sottoporre anzi alla critica più radicale quelle grandi unità ideali che chiamiamo marxismo, comunismo, sinistra. Non intendiamo dilungarci molto, in questo articolo, su marxismo e comunismo. Da una parte, si tratta di realtà che non ci sembra abbiano oggi molta rilevanza storica, ridotte a bandiere di piccoli gruppi settari incapaci di azione politica incisiva e spesso anche di analisi filosofica e scientifica significativa. Dall’altra, l’analisi storica e teorica di un secolo e mezzo circa di marxismo e comunismo è davvero troppo impegnativa per essere svolta in un breve articolo, ci limitiamo qui ad alcune affermazioni molto schematiche e dogmatiche, scusandocene e rimandando ad altra occasione un’analisi più approfondita.