Un'intervista a Roger Hallam, uno dei fondatori di "Extinction Rebellion"
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/06/10/roger-allam-ormai-e-tardi-solo-una-rivoluzione-puo-salvarci/5830935/
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mercoledì 17 giugno 2020
domenica 15 marzo 2020
sabato 14 marzo 2020
domenica 12 gennaio 2020
domenica 5 gennaio 2020
martedì 31 dicembre 2019
giovedì 12 dicembre 2019
Sulle élite contemporanee (M.Badiale)
I. La revoca del mandato celeste
Nelle analisi della situazione sociale e politica
attuale nei paesi avanzati, è ormai un dato acquisito l’esistenza di una
particolare frattura sociale e culturale. Abbiamo da una parte un ceto,
relativamente ristretto, di persone adattate alla nuova natura transnazionale
del capitalismo contemporaneo: persone dotate di conoscenze e capacità (in
primo luogo la conoscenza della lingua inglese, ma ovviamente non solo questo)
che le rendono in grado di approfittare di occasioni di lavoro sparse in tutto
il globo, prive di remore a spostarsi per approfittarne, impiegate in lavori a
forte componente intellettuale e specialistica, capaci di tessere relazioni proficue
con le persone più diverse, ma in sostanza appartenenti allo stesso milieu.
Si tratta del ristretto ceto di coloro che si sono pienamente inseriti nei
meccanismi del capitalismo globalizzato e sono in grado di approfittare delle
possibilità che la sua dinamica crea. All’interno di questo ceto spiccano
ovviamente i detentori del potere, quelli che si ritrovano a Davos e in simili
occasioni; ma il ceto di cui stiamo parlando, pur ristretto, non è composto
esclusivamente da uomini e donne di potere, ma da persone che condividono lo
stile di vita e la visione del mondo degli attuali ceti dominanti. Per
chiarezza terminologica, parleremo di “élite dominanti” intendendo la ristretta
cerchia di chi detiene un potere effettivo (per ripeterci: quelli che si incontrano
a Davos), mentre useremo l’espressione “ceti medi elitari” o “ceti medi
globalizzati” intendendo quella strato sociale che abbiamo descritto nelle
prime righe, minoritario ma più ampio rispetto ai “signori di Davos”. Parleremo
infine di “élite contemporanee” intendendo l’insieme di questi due gruppi.
Alle élite contemporanee si contrappone la parte
largamente maggioritaria della popolazione, che ha visto in questi decenni il
peggioramento delle proprie condizioni di lavoro e di vita e la perdita dei diritti
conquistati nella fase “keynesiano-socialdemocratica” del capitalismo del
secondo dopoguerra. Si tratta di ceti legati ad una dimensione di vita locale o
al più nazionale, impegnati in lavori di scarsa qualificazione, non molto
dotati delle competenze (linguistiche e culturali in generale) per muoversi
nella “società globale”.
martedì 3 settembre 2019
Siamo vicini al collasso?
Siamo vicini al collasso?
Marino Badiale
Sono ormai in molti a
sostenere che l’attuale organizzazione economica e sociale è
destinata a finire, in maniera più o meno traumatica, nell’arco di
qualche decennio. In Francia si parla, forse con un po’ di ironia,
di “collapsologie” come di una nuova disciplina scientifica che
studia appunto il collasso prossimo dell’attuale organizzazione
sociale [1,2,3]. Intendo qui provare a riassumere i termini
fondamentali della questione. Cercherò di sostenere che in effetti
vi sono argomenti ragionevoli a favore della tesi del collasso
prossimo. Questo ovviamente non implica che si possano fissare dei
limiti temporali precisi, né che si possano fare ipotesi ragionevoli
su quale potrà essere la nuova forma di organizzazione sociale che
sostituirà l’attuale.
La tesi fondamentale che
intendo esporre è che il collasso prossimo venturo deriverà dal
concorrere di cause diverse, sarà cioè il risultato del confluire
di diversi processi di crisi. Stiamo cioè entrando in una fase
storica nella quale meccanismi di diverso tipo porteranno a problemi
sempre maggiori nella riproduzione dell’attuale ordinamento
sociale. Nessuno di tali problemi probabilmente sarebbe in sé tale
da causare una crisi irreversibile, ma mi sembra ragionevole pensare
che sarà proprio la loro contemporaneità a innescare il collasso.
Le crisi fondamentali che
stanno confluendo assieme possono essere schematizzate sotto tre
grandi etichette: crisi economica, crisi egemonica, crisi ecologica.
Esaminiamole in quest’ordine.
venerdì 9 agosto 2019
giovedì 8 agosto 2019
mercoledì 26 giugno 2019
Ovviamente
Saranno i poveri a pagare il prezzo più alto per gli sconvolgimenti climatici
https://www.huffingtonpost.it/entry/il-mondo-rischia-un-apartheid-climatico_it_5d1223d3e4b0aa375f539667
PS Ovviamente, le Olimpiadi sono un disastro e un disgustoso spreco di denaro. Lo scrivo giusto perché i nostri 23 lettori non abbiano dubbi su quello che pensiamo (MB)
https://www.huffingtonpost.it/entry/il-mondo-rischia-un-apartheid-climatico_it_5d1223d3e4b0aa375f539667
PS Ovviamente, le Olimpiadi sono un disastro e un disgustoso spreco di denaro. Lo scrivo giusto perché i nostri 23 lettori non abbiano dubbi su quello che pensiamo (MB)
giovedì 6 giugno 2019
Lottare contro il cambiamento climatico e contro le disuguaglianze
Una bella intervista a Naomi Klein, che mi sembra imposti correttamente il nesso fra lotta per l'eguaglianza e lotta per la difesa dell'ambiente. Si tratta in ogni caso di lottare contro il carattere compiutamente distruttivo del capitalismo contemporaneo. Mi ha sorpreso vedere come, nel piccolo ambiente "antisistemico", non tutti colgano questo nesso, e sfruttino i dubbi che lecitamente si possono avere sulla figura mediatica di Greta per sottovalutare i problemi che essa indica (MB)
venerdì 17 maggio 2019
Il capitalismo contro la civiltà e la vita
Lo stadio necrotico del capitalismo contemporaneo impone il suo superamento. Lo stravolgimento della dinamiche dei sistemi biologici ed ecologici, di cui il cambiamento climatico è solo uno degli aspetti, è un fondamentale argomento a favore del superamento dell'attuale organizzazione economica e sociale.
http://contropiano.org/news/ambiente-news/2019/05/07/osare-dichiarare-la-morte-del-capitalismo-prima-che-ci-trascini-tutti-con-se-0115194
http://contropiano.org/news/ambiente-news/2019/05/07/osare-dichiarare-la-morte-del-capitalismo-prima-che-ci-trascini-tutti-con-se-0115194
sabato 16 marzo 2019
Sull'orlo del precipizio
Sul numero di Marzo 2019 del mensile "L'altrapagina" appare una intervista agli autori di questo blog. L'abbiamo rielaborata per farne un articolo per il blog. Qui trovate il sito della rivista (dove mi sembra non appaiano i numeri recenti). Ringrazio l'amico Maurizio Fratta per averci dato questa opportunità M.B.
La
maggiore urgenza del mondo contemporaneo è probabilmente quella
della “conversione ecologica”, per usare il titolo di un bel
libro di Guido Viale. È cioè necessario, per preservare un livello
decente di condizioni di vita, ed anche di civiltà, una profonda
ristrutturazione della nostra organizzazione economica e sociale, che
renda il nostro modo di vivere, produrre e consumare compatibile con
la preservazione degli equilibri ecologici del pianeta.
Ma
questo fondamentale passaggio di civiltà è impossibile all’interno
del mondo capitalista.
Il
modo di produzione capitalistico, infatti, è essenzialmente un
processo di accumulazione senza fine, che per potersi perpetuare, è
inevitabilmente spinto a oltrepassare ogni limite, sia esso di tipo
sociale o ambientale.
Ma
accettare il fatto che l’attività umana debba essere compatibile
con i ritmi biologici ed ecologici del pianeta significa appunto
prendere atto che vi sono dei limiti che non devono essere superati.
Modo di produzione capitalistico ed ecologia sono quindi
essenzialmente in contraddizione fra
loro,
e le conseguenze del superamento dei limiti ecologici cominciano ad
apparire evidenti nella stessa vita quotidiana. Il mutamento
climatico è ormai una realtà con la quale fare i conti, ma si
tratta solo della più evidente fra le tante minacce che l’attuale
organizzazione economica e sociale sta portando alla vita e alla
civiltà degli esseri umani.
venerdì 15 marzo 2019
venerdì 28 dicembre 2018
venerdì 14 dicembre 2018
Nel cambiamento climatico si salvano solo i capitalisti?
L'articolo di Ermanno Bencivenga "Si salvano solo i capitalisti" pone una domanda inquietante. Lo trovate all'interno di questa rassegna stampa (non so perché, cliccando sul link sembra che non funzioni, ma se invece si copia il link e lo si cerca su google funziona).
http://www.agenziaefficienzaenergetica.it/area-riservata/rassegna-stampa-enea/rassegna-stampa-archivio/Rassegna%20stampa%2009_12_2018.pdf
http://www.agenziaefficienzaenergetica.it/area-riservata/rassegna-stampa-enea/rassegna-stampa-archivio/Rassegna%20stampa%2009_12_2018.pdf
giovedì 8 novembre 2018
giovedì 25 ottobre 2018
"Siamo condannati"
Un intervento sul cambiamento climatico
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61120
Qui il link all'articolo originale
https://www.theguardian.com/environment/2018/apr/26/were-doomed-mayer-hillman-on-the-climate-reality-no-one-else-will-dare-mention
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61120
Qui il link all'articolo originale
https://www.theguardian.com/environment/2018/apr/26/were-doomed-mayer-hillman-on-the-climate-reality-no-one-else-will-dare-mention
domenica 23 luglio 2017
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