sabato 30 aprile 2016

Tre al giorno

Nell'indifferenza generale, in Italia muoiono sul lavoro tre persone al giorno:


http://www.repubblica.it/cronaca/2016/04/30/news/inail_infortuni_sul_lavoro_2015_aumentate_del_16_per_cento_le_morti_bianche_-138764513/?ref=HRER1-1


Fra uno sbadiglio e l'altro, magari qualcuno si ricorderà di dire una delle solite frasi di circostanza.

venerdì 29 aprile 2016

Prepariamoci/1

Evito di dire che il prossimo referendum costituzionale è "la madre di tutte le battaglie" solo perché questa espressione non ha portato fortuna a colui che l'ha introdotta nel linguaggio politico internazionale. Più sobriamente, possiamo dire che la vittoria di Renzi sancirebbe l'instaurazione di un regime oligarchico-criminale, la riduzione del nostro paese a semi-colonia e la fine di ogni possibilità di azione politica a difesa dei ceti subalterni, e tutto questo per un periodo indefinito. Prepariamoci a combattere questa battaglia, il cui esito non è affatto scontato. Nel nostro piccolo, cercheremo di segnalare scritti e iniziative. Cominciamo con questo bell'articolo di Canfora.

lunedì 25 aprile 2016

Terremoto politico in Austria

Al primo turno delle elezioni presidenziali in Austria trionfa il candidato della destra dell'FPOE, al secondo posto si piazza il candidato dei Verdi, al terzo posto una candidata indipendente, mentre i candidati espressi dai due partiti tradizionali (socialisti e popolari) arrivano solo al quarto e quinto posto.  Per la prima volta in tempi recenti l'Austria avrà un Presidente non legato ai due partiti tradizionali. Sarebbe interessante capire i motivi di questo scossone. Si tratta comunque di un ulteriore segnale di crisi dell'attuale impalcatura UE, dopo quello del referendum in Olanda.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/25/elezioni-austria-lultradestra-anti-migranti-di-hofer-trionfa-al-primo-turno/2668015/


http://www.repubblica.it/esteri/2016/04/24/news/austria_presidenziali-138361372/?ref=HREC1-2

sabato 23 aprile 2016

Destino cinico e baro

La situazione era perfettamente sotto controllo, ma si è messo a piovere, pensa un po' che strano! In aprile, e quando s'è visto mai?


http://genova.repubblica.it/cronaca/2016/04/23/news/genova_la_pioggia_gonfia_il_polcevera_cede_la_diga_e_il_petrolio_va_verso_il_mare-138265608/?ref=HREA-1


(erano giorni, qui a Genova, che le previsioni annunciavano pioggia per il fine settimana. Lo si dava per scontato nelle conversazioni fra genitori davanti a scuola: "voi cosa fate il fine settimana?", "boh, pare che piova, staremo a casa a fare compiti". Bastava digitare "meteo genova" su Google. Qualcuno dia questa dritta all'assessore Gianni Crivello, magari può venir buona per la prossima volta)

Tanto tempo fa..

Tanto tempo fa, Fabrizio e io abbiamo dovuto sgolarci per discutere con chi sosteneva che l'UE era un utile contraltare allo strapotere USA. Oggi Obama si pronuncia contro Brexit. Quanta fatica sprecata.

giovedì 21 aprile 2016

L'attacco alle pensioni

Continuano le minacce verso il futuro dei lavoratori:


http://www.corriere.it/economia/16_aprile_03/presidente-dell-inps-boeri-serve-contributo-pensioni-piu-alte-18e84976-f98b-11e5-91c9-425ed3b43648.shtml


http://www.corriere.it/economia/16_aprile_19/inps-lancia-l-allarme-classe-1980-rischia-pensionamento-75-anni-116f6e94-0657-11e6-98ad-d281ab178a74.shtml




Naturalmente è del tutto assurdo pensare di far lavorare la gente fino a 75 anni. Il vero significato di questa campagna terroristica è di far andare la gente in pensione prima, ma accettando riduzioni della pensione stessa. Alla fine si tratta solo di tagliare i redditi dei ceti subalterni, in un modo o nell'altro. Salvo poi a stupirsi se i consumi ristagnano.

mercoledì 20 aprile 2016

Quando si inizia...

Quando si inizia a reprimere la libertà di pensiero, quando si acconsente all'idea che i governi decidano cosa si può e cosa non si può dire, non si sa davvero dove si finisce. Il "Corriere della Sera" si stupisce di una legge polacca che (a quanto sembra) tende a interferire con il dibattito degli storici. Ma mi sembra davvero difficile accettare il principio delle leggi "anti-negazionismo", che appunto proibiscono un'opinione, e stupirsi se tale principio ha tali conseguenze. E sempre a proposito di contraddizioni, è notevole che si riesca a scrivere, a poche righe di distanza, che "il fondamento della democrazia è il libero scambio di idee" (parole di un'intervista, riportate con evidente assenso da parte del giornalista) e, contemporaneamente, che "è opportuno ogni intervento contro l'antisemitismo". Ora, a parte il fatto che un'espressione come "ogni intervento" qualche brivido per la schiena dovrebbe farlo correre (ogni intervento? Anche la deportazione? La fucilazione?), la cosa fondamentale che il giornalista non sembra capire è che anche l'antisemitismo è un'idea: sbagliata, orribile, meritevole di disprezzo. Ma è un'idea, un'opinione, e una frase come quella citata sul "libero scambio di idee" ha un senso accettabile proprio perché non esclude a priori nessuna idea. La libertà di pensiero è sempre la libertà di chi la pensa diversamente da me.

lunedì 18 aprile 2016

Istinto di classe

Mi dicono che Enrico Letta, ospite da Fazio, ha dichiarato che voterà Sì al referendum costituzionale. Se è vero, è molto interessante. Letta detesta Renzi che lo ha estromesso dal potere. La sconfitta di Renzi al referendum sarebbe la vendetta perfetta. Ma l'istinto dell'oligarca (una volta lo si sarebbe chiamato "istinto di classe") è più forte di un banale rancore. Letta è un membro dell'oligarchia, e loro sanno benissimo che le riforme di Renzi-Boschi sono l'occasione attesa da decenni per liberarsi della democrazia. E questa è la cosa davvero importante. Se una simile chiarezza ci fosse anche da questa parte della barricata, si potrebbe sperare.

domenica 17 aprile 2016

Niente quorum per le trivelle. Ma la battaglia per salvare la Costituzione è aperta, e possiamo vincerla!

Quorum non raggiunto, peccato....
Ma.... ma.... ma in italia non erano tutto renziani ?
No, niente affatto. In milioni non lo sono, e uno su tre ha votato per un referendum di cui nessuno ha parlato (e chi lo ha fatto, spesso lo ha fatto per disinformare) .
No, non sono tutti renziani.
Ci vediamo al referendum sulla Costituzione.

martedì 12 aprile 2016

Draghi in Portogallo

http://vocidallestero.it/2016/04/11/lattacco-di-draghi-alle-costituzioni-e-alle-leggi-elettorali/




Secondo l'articolo, Draghi in Portogallo avrebbe detto che le Costituzioni nazionali sono spesso di ostacolo alle riforme. Già. Però avrebbe anche "lasciato a intendere" che le decisioni spettano agli elettori. Com'è buono lei.

martedì 5 aprile 2016

La grande estinzione delle speranze III

(Ulteriore puntata delle tesi che sto pubblicando. Qui e qui le puntate precedenti. M.B.)



Tesi 7. L'estrema sinistra antisistemica è incapace di azione politica.
Di fronte alla crisi di civiltà che ci aspetta, sembrerebbe naturale rivolgerci alle varie realtà anticapitalistiche, presenti in tutto il mondo occidentale, per trovarvi almeno i semi di nuove forze sociali e politiche capaci di affrontare gli enormi problemi che si stanno delineando. In particolare sembrerebbe naturale trovare ciò che stiamo cercando all'interno del variegato mondo che fa riferimento al marxismo. Si tratta, dopotutto, di un mondo che fa riferimento alle teorizzazioni di critica al capitalismo che sono le più profonde e serie attualmente disponibili. Ebbene, la conclusione che si può ricavare da un esame spassionato di tale mondo è che in esso non si trova quello di cui abbiamo oggi realmente bisogno, cioè la capacità di impostare un'azione politica che si ponga nell'ottica di contrastare la crisi di civiltà che si sta delineando.
Il mondo dell'estrema sinistra antisistemica è una realtà talmente complessa, articolata, sfaccettata, con una storia altrettanto complicata alle spalle, che di certo nessuno può pretendere di conoscerla fino in fondo. Si tratta di un mondo che ha ormai quasi un secolo di storia alle spalle: possiamo infatti indicarne l'atto di nascita negli anni Venti del Novecento, quando la sconfitta dei tentativi rivoluzionari in Occidente e l'affermazione dello stalinismo in URSS portano alla “normalizzazione staliniana” dei partiti comunisti ufficiali e alla separazione/contrapposizione fra questi ultimi e la frange di comunisti “eterodossi”.
Ebbene, di fronte a questa realtà così ricca e multiforme, una cosa possiamo affermarla con tranquilla sicurezza: questo mondo, la cui essenza, per definizione, è la rivoluzione anticapitalista, non solo non ha mai fatto nessuna rivoluzione, ma non si è neppure mai lontanamente avvicinato ad essa, e non è neppure riuscito ad avere un qualche peso politico significativo. Non si tratta di rivoluzionari sconfitti: si tratta di rivoluzionari che non sono mai stati neppure nelle condizioni di progettare i primi timidi passi di un processo rivoluzionario. Questo nell'arco di circa ottanta o novant'anni, nei paesi e nelle situazioni storiche più diverse (l'unica eccezione, che al solito conferma la regola, è forse rappresentata dalla guerra civile spagnola). Il mondo della rivoluzione anticapitalista da ottanta o novant'anni si riproduce in sostanza eguale a se stesso senza minimamente avvicinarsi alla rivoluzione, e senza che nessuno al suo interno sembri disturbato da ciò.
Ci sembra allora evidente che a questo mondo si può applicare la categoria della “falsa coscienza”. Si tratta anzi, a nostro avviso, di un caso evidente, solare, di falsa coscienza. Questo mondo rappresenta se stesso come rivoluzionario, ma tutto quello che fa, lungo ottant'anni, non porta a nulla che possa assomigliare ad una rivoluzione. La rappresentazione di se stessi come rivoluzionari è dunque una falsa immagine che copre una verità che non si è in grado di dirsi. Per capire la verità di questo mondo, bastano in realtà alcune considerazioni di buon senso. Basta guardare con occhio lucido cosa si fa realmente all'interno di questo mondo. Che cosa fanno le persone nel mondo dell'estrema sinistra? Fanno tante cose diverse: organizzare incontri e assemblee o partecipare ad essi, gestire realtà di vario tipo (centri sociali, circoli culturali, piccole case editrici, pubblicazioni), gestire le relazioni con altre analoghe realtà (altri gruppi, altre riviste), partecipare a manifestazioni. Si tratta quasi sempre di attività che non attirano la grande maggioranza delle persone comuni, che le vivrebbero come impegni gravosi e noiosi. Il pensiero della maggioranza degli esseri umani è, più o meno, che tali attività siano un sacrificio che ha senso fare in nome di uno scopo. In effetti anche le persone interne a quel mondo pensano alle proprie attività come indirizzate ad uno scopo: la trasformazione del mondo, la giustizia, il socialismo, il comunismo, la rivoluzione e così via. Il punto cruciale, però, sta nel fatto che assegnare un tale scopo all'insieme delle attività del mondo dell'estrema sinistra è una pretesa priva di ogni fondamento: dopo aver provato per circa ottant'anni, nei modi più diversi, nei paesi più diversi, nelle situazioni storiche più diverse, e dopo aver constatato la propria totale impotenza politica, il mondo dell'estrema sinistra non può più pensare che le proprie attività abbiano qualcosa a che fare con la rivoluzione, il socialismo o altri concetti analoghi. A qualsiasi cosa servano quelle attività, l'unica sicurezza è che non servono a cambiare il mondo. Ma allora, se mantenessimo il punto di vista delle persone comuni, dovremmo concludere che il mondo dell'estrema sinistra dovrebbe essere scomparso, e da tempo.Perché mai infatti continuare in attività faticose e poco gradevoli, se esse non servono minimamente allo scopo dichiarato? Se però il mondo dell'estrema sinistra si riproduce uguale a se stesso da circa ottant'anni, bisogna concludere che le cose non stanno come pensano le persone comuni. Il ragionamento delle persone comuni muove da due premesse: l'attività concreta che si svolge in quel mondo è faticosa e poco gradevole, ma ha un nobile scopo (prima premessa). Essa però ha rivelato la propria inutilità rispetto allo scopo (seconda premessa). Quindi logicamente andrebbe abbandonata e il mondo dell'estrema sinistra dovrebbe scomparire. Dove sta l'errore? Poiché la seconda premessa mi sembra indiscutibile, l'errore sta evidentemente nella prima premessa. Se le persone nel mondo dell'estrema sinistra continuano in quelle attività che sono del tutto inutili allo scopo dichiarato, è perché non provano per esse quella ripulsa e quel fastidio che provano le persone comuni. Le persone interne al mondo dell'estrema sinistra trovano una loro soddisfazione nella loro attività militante, nelle assemblee, nelle manifestazioni, nelle discussioni e in tutto quanto il resto. Se si accetta questo punto, si capisce anche facilmente perché l'inadeguatezza allo scopo non ha nessuna importanza. Queste attività vengono perseguite per sé, non per la rivoluzione. I militanti che gestiscono un circolo che organizza dibattiti sono contenti di questo: di organizzare dibattiti. Gli attivisti che gestiscono i concerti di un centro sociale vogliono solo organizzare concerti, e sono soddisfatti di poterlo fare. I black bloc che si scontrano con la polizia, sfasciano vetrine e lanciano bottiglie molotov, desiderano proprio scontrarsi con la polizia, sfasciare vetrine e lanciare bottiglie molotov. I militanti che vendono “Lotta comunista” per strada sono felici di vendere “Lotta comunista” per strada, e il fatto che questo non abbia nulla a che fare né con la lotta né col comunismo non ha nessuna importanza.
La falsa coscienza di questo mondo non sta, ovviamente, nel fatto che in esso varie persone si dedichino a varie attività per esse gratificanti. Sta nel fatto che queste attività vengono surrettiziamente definite come politica, e addirittura come politica rivoluzionaria. La falsa coscienza sta nel sovrapporre a queste attività uno scopo col quale esse non hanno il minimo collegamento.
Il mondo dell'estrema sinistra è in definitiva realmente interessato a quello che esso realmente fa: gestire un centro sociale, un circolo, un giornale, un gruppo di spaccatori di vetrine. Trova in questo la sua soddisfazione e il senso della propria esistenza. Il resto, la giustizia, la rivoluzione, il comunismo, è un insieme di parole vuote.
A partire da queste osservazioni è forse più agevole inquadrare una serie di fenomeni che hanno sempre colpito tutti coloro che hanno avuto a che fare con questo mondo. Uno di questi fenomeni è quello della sua estrema litigiosità interna, il fatto cioè che esso si frammenta di continuo in piccole cerchie ostili l'una all'altra, e sembra incapace di una azione unitaria. Si tratta di un fenomeno apparentemente di non facile comprensione. Infatti questo mondo sembrerebbe condividere una impostazione culturale generale e una serie di finalità fondamentali, che sono quelle che dovrebbero strutturarlo (appunto la rivoluzione, il comunismo, la giustizia). Su queste basi non dovrebbe essere impossibile costruire un movimento unitario. Si pensi ad un gruppo di persone che hanno una finalità comune da realizzare, per esempio, in una comunità contadina, costruire una casa o coltivare un terreno. Ci possono essere divergenze e antipatie che rendono penoso il lavoro comune, ma è difficile che esse blocchino tale lavoro, se esso è considerato vitale: perché un compito da svolgere nella realtà struttura e impone una prassi precisa, che i litigi e gli scontri non possono mettere in questione, se si vuole che il lavoro sia portato a termine. Queste osservazioni ci chiariscono cosa succede nel mondo dell'estrema sinistra: succede che ciò che dovrebbe rappresentare lo scopo comune del lavoro comune (la rivoluzione, il comunismo) è un nulla, un vacuo suono, che non può minimamente strutturare l'azione comune, appunto per la sua nullità. Poiché il vincolo comune in realtà non esiste, lo spazio è totalmente libero per le antipatie, le vanità, le nevrosi, le tante piccole cose meschine di cui è fatto il legno storto dell'umanità. Tanto più libero, tale spazio, quanto più alto il tasso di falsa coscienza: cioè, tanto più spessa sarà la nebbia di parole altisonanti e vuote (rivoluzione, comunismo) calata sulle reali motivazioni dell'agire, tanto più facile sarà che queste reali motivazioni agiscano inconsciamente facendo fallire i tentativi di lavoro comune.
Stante queste caratteristiche strutturali di tale mondo, è chiaro che da esso non può sortire nulla che sia d'aiuto nella difficile crisi di civiltà verso la quale ci stiamo incamminando.


Questo articolo è pubblicato anche su "Appello al popolo": http://www.appelloalpopolo.it/?p=15602

















































lunedì 4 aprile 2016

La grande estinzione delle speranze II


(Continuo, con una certa lentezza, la pubblicazione di queste tesi. Qui la prima parte. Qui la parte seguente. M.B.)




Tesi 6. La sinistra ha esaurito il suo ciclo storico.

La sinistra è stata quel vasto movimento storico (sociale, politico, culturale) che negli ultimi duecento anni ha messo in evidenza, criticato e contrastato gli aspetti oppressivi e de-emancipatori del modo di produzione capitalistico, in un'ottica di superamento di tale modo di produzione (sinistra rivoluzionaria) oppure di sua accettazione critica e trasformatrice (sinistra riformista). La grande impresa della sinistra è stata quella di dar voce e dignità agli oppressi, a chi pagava il prezzo maggiore delle profonde trasformazioni indotte dall'innovazione storica dei rapporti sociali capitalistici. Questa grande impresa ha prodotto i punti più alti della modernità: l'estensione dei diritti, la diffusione del benessere, la sottrazione di larghe masse al dominio della miseria e dell'arbitrio dei potenti. Tutti questi sviluppi, il cui punto più alto è rappresentato dai trent'anni di “Welfare State” seguiti alla fine della seconda guerra mondiale, sono dovuti in larghissima parte a persone, idee, realtà sociali e politiche da classificare come “sinistra”.

Questo vasto movimento storico di emancipazione ha però superato il suo punto culminante e da circa trenta o quarant'anni sta irrimediabilmente decadendo. Perché? Ho cercato di dare una risposta a questa domanda nei testi scritti con Massimo Bontempelli, ai quali rimando per un'argomentazione estesa [8][9]. In sintesi, le tesi fondamentali da noi sostenute nei testi citati sono due. La prima sta nel definire la sinistra come la parte sociale e politica che ha lottato per l'emancipazione dei ceti subalterni pensando tale emancipazione come un portato del progresso economico e scientifico. Questo collegamento di emancipazione e progresso ha funzionato per i due secoli di esistenza della sinistra, e ha portato alle grandi conquiste alle quali abbiamo accennato. La seconda tesi fondamentale è data dalla fine di tale collegamento: ovvero, gli sviluppi degli ultimi decenni, che abbiamo riassunto nella formula del “capitalismo assoluto”, hanno reso lo sviluppo economico capitalistico (la “crescita”) contradditorio rispetto agli ideali emancipativi che furono della sinistra storicamente esistita. Lo sviluppo oggi si ottiene solo a prezzo della distruzione dei diritti conquistati dai ceti subalterni, e a prezzo della distruzione degli equilibri naturali. In questa situazione, la sinistra non ha più uno spazio in cui consistere perché viene tolto il fondamento stesso della sua esistenza. In una situazione nella quale emancipazione e sviluppo economico capitalistico sono in opposizione fra loro, i ceti dirigenti della sinistra si vedono costretti a scegliere fra difendere l'emancipazione assumendo posizioni realmente anticapitalistiche, oppure abbandonare l'emancipazione. Come appare ovvio, la scelta compiuta praticamente da tutta la sinistra politicamente rilevante è la seconda, e la storia della sinistra di questi ultimi decenni è la storia dei modi diversi in cui, in diversi tempi e nei vari paesi, la sinistra ha contribuito a smantellare i diritti dei ceti subalterni e a comprimerne i redditi per salvare la crescita economica capitalistica.

La sinistra politicamente rilevante è stata quindi definitivamente riassorbita all'interno dei ceti dirigenti attuali, e non ha quindi, al pari degli altri strati dirigenti, la minima comprensione dei problemi legati all'attuale declino di civiltà. Non si può quindi sperare nulla da questa parte.



[8]M.Badiale, M.Bontempelli, La sinistra rivelata, Massari 2007.
9]M.Badiale, M.Bontempelli, La sfida politica della decrescita, Aracne 2014.



sabato 2 aprile 2016

Marcia trionfale

La distruzione della nostra civiltà prosegue la sua marcia trionfale. Dopo le pensioni, adesso si sta preparando l'attacco all'assistenza sanitaria pubblica, confidando nella sostanziale indifferenza delle vittime predestinate.


http://materialismostorico.blogspot.it/2016/03/bisogna-passare-un-sistema-misto-dopo.html