Le scelte del PD di Renzi, sempre più
sfacciatamente antipopolari e antidemocratiche, fra distruzione dei
diritti dei lavoratori e attacchi alla Costituzione, hanno aperto uno
spazio politico alla sinistra del PD. È quasi certo che tale spazio
verrà presto occupato da una forza politica che, possiamo immaginare,
metterà assieme transfughi del PD, piccoli partiti come SEL e
Rifondazione (oppure loro componenti), e singole personalità (come
Cofferati), oltre, presumibilmente, a vari spezzoni della composita
galassia di movimenti e associazioni della sinistra italiana.
Penso sia bene esprimere un giudizio
preciso sul significato di una tale operazione. Nella sostanza si
tratterebbe dell'ennesima riedizione di ciò che è stata prima
Rifondazione e poi SEL. Il punto decisivo è che una tale nuova forza
politica non avrebbe nessuna prospettiva strategica al di fuori di
una alleanza col PD: che è stata esattamente la situazione di
Rifondazione prima e SEL dopo. Ma poiché il PD, oggi come vent'anni
fa (comunque si chiamasse allora) non è una forza di “sinistra
riformista” (nel senso storico della parola “riformismo”), che
si possa cercare di “condizionare”, ma è semplicemente una delle
componenti di un ceto dominante che ha come prospettiva strategica la
distruzione dei diritti e dei redditi dei ceti subalterni, oltre che
della democrazia, ogni prospettiva di alleanza, oltretutto da una
posizione minoritaria, non può che significare la resa
incondizionata alle linee strategiche dei ceti dominanti. Resa che
può essere decorata con bandiere rosse e pugni chiusi oppure con
“narrazioni” sui diritti: la sostanza non cambia. E tale sostanza
è esclusivamente questa: tutte queste forze di sinistra hanno
rappresentato e rappresentano la “copertura a sinistra” del PD,
rappresentano cioè un modo per portare al PD voti che potrebbero
andare a forze di autentica opposizione, impedendo così la nascita
di tali forze. Tutti questi partitini, da Rifondazione in poi, hanno
quindi avuto un ruolo essenzialmente negativo, e sono da combattere
come avversari da chiunque sia interessato a contrastare gli attuali
ceti dominanti.