mercoledì 28 agosto 2019

Solidarietà europea?

Quando si va oltre la retorica europeista e si guarda la realtà concreta, le scelte politiche, i loro motivi e le loro conseguenze, le cose si capiscono meglio. Un aiuto a capire viene da questo intervento di Giacché sulla regolamentazione bancaria europea

http://contropiano.org/documenti/2019/08/22/lunione-bancaria-europea-e-i-problemi-delle-banche-italiane-2-0118212

sabato 24 agosto 2019

venerdì 23 agosto 2019

Una inquietante visione dei problemi sociali

Dopo la ricercatrice IIT, un altro esempio delle visioni inquietanti che circolano in alcuni ambienti accademici

https://www.wired.it/scienza/lab/2018/07/18/xenofobia-razzismo-scienza/

 (morale: lo scientismo è una brutta bestia, e la scuola di Francoforte si è affaticata invano)

lunedì 19 agosto 2019

Per una storia filosofica dell'impunità (Di Biase, Di Remigio)

(Riceviamo e volentieri pubblichiamo. M.B.)




Per una storia filosofica dell'impunità
(Fausto Di Biase, Paolo Di Remigio)


Prima ancora che entrasse in vigore la Costituzione nel 1948, l’indipendenza della Repubblica italiana era stata compromessa dal traumatico trattato di pace dell’anno precedente, con il quale le potenze occidentali vincitrici avevano stabilito un protettorato sull’Italia impedendovi l’avvicendamento dei partiti di sinistra al governo, controllandone gli apparati di sicurezza interni, la politica estera e la politica economica[1]. La politica italiana del dopoguerra è così determinata dall’intersecarsi di due scissioni: quella visibile tra destra e sinistra carica di contenuto classista, quella invisibile tra chi ha accettato la riduzione a provincia dell’Italia e chi non vi si è rassegnato.

Benché distinte, le due scissioni si sono rafforzate a vicenda. Che la NATO non sia stata sciolta dopo la fine dell’Unione Sovietica, ma abbia anzi esteso il suo campo di intervento, dimostra che la guerra fredda tra USA e URSS è nata dall’aspirazione geopolitica statunitense a rimuovere l’ostacolo dell’URSS e a stabilire un impero mondiale, e ha assunto l’aspetto della lotta di classe tra borghesia e proletariato per il solo fatto che l’URSS affermava di seguire un modello economico socialista. Per questo motivo l’anticomunismo non è stato soltanto una scelta di classe, è stato anche un atto di subalternità all’impero statunitense; viceversa, il comunismo è stato non solo una difesa degli interessi dei lavoratori, ma anche un’alleanza con l’Unione Sovietica. Quanto più esasperati i sentimenti della lotta di classe, tanto più condannati a essere semplici coperture del conflitto geopolitico e dunque della dipendenza dello Stato dall’uno o dall’altro impero. Viceversa, il settore del mondo politico italiano meno sensibile all’isteria anticomunista o alle velleità insurrezionali è stato il più leale alla Costituzione democratica e ha tentato sin da principio il recupero di spazi di indipendenza nazionale.

martedì 13 agosto 2019

L'agonia della classe media

Un articolo interessante

https://it.businessinsider.com/lagonia-della-classe-media-usa-travolta-dai-debiti-e-dal-farmageddon-del-mid-west-fa-scricchiolare-la-retorica-di-trump/


Ovviamente, l'agonia della classe media, negli USA e altrove, è legata all'abbandono del "compromesso socialdemocratico-keynesiano" che ha caratterizzato i trent'anni seguiti alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tale abbandono è stata un scelta strategica dei ceti dominanti dell'Occidente, e le politiche ad esso necessarie sono state perseguite negli ultimi decenni dal complesso del ceto politico, di destra e di sinistra.

martedì 6 agosto 2019

Una società che divora se stessa

Segnalo questo interessante intervento di Anselm Jappe, che dice molte cose condivisibili (altre meno, come i giudizi sul populismo o sul carattere patriarcale del capitalismo).