Aldo Giannuli tocca un tema molto importante, quello dell'identità vuota della sinistra:
http://www.aldogiannuli.it/pci-pds-ds-pd/
Ne avevamo parlato a lungo, Bontempelli ed io, ne "La sinistra rivelata".
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domenica 6 novembre 2016
mercoledì 30 settembre 2015
Il mistero Ingrao
Mi
è sempre apparsa misteriosa la popolarità di Ingrao nella sinistra.
Sono convinto che la stima e il rispetto, nell'ambito del movimento
storico di emancipazione, debbano andare agli uomini di pensiero o
d'azione, a chi ha dato importanti contributi al pensiero critico o
ha segnato in senso emancipativo la storia. Marx, Lenin, Gramsci,
Togliatti, Lukács,
Rosa Luxemburg sono alcuni dei nomi che possono venire
in mente. Grandi uomini e grandi donne distintisi per il pensiero, o
per l'azione, o per entrambe le cose.
Ma
cosa ha fatto Pietro Ingrao? Ha dato grandi contributi teorici?
Ovviamente no. Ha agito concretamente nella storia? Ovviamente sì,
visto che è stato un importante dirigente del PCI del secondo
dopoguerra: ma la sua concreta azione politica non si è distinta in
nulla da quella di tanti altri dirigenti, quindi il giudizio storico
da dare su di lui non dovrebbe essere nella sostanza diverso da
quello da dare sui suoi compagni di partito. Qual è allora il motivo
di questa particolare distinzione, del fatto che egli venga percepito
come diverso e “migliore”, in qualche modo, rispetto al dirigente
medio del PCI? Un motivo è certamente la sua onestà personale. Ma
questa era un aspetto comune ai comunisti italiani della sua
generazione. L'aspetto veramente importante mi sembra sia il fatto
che egli ha rappresentato il comunista “critico” ed “eretico”,
che lasciava capire il suo dissenso, rispetto alle scelte del gruppo
dirigente, senza per questo abbandonare il partito. È probabile che
molte persone a sinistra si siano riconosciute in questo
atteggiamento, e che egli sia così diventato l'emblema di questo
particolare modo di essere “comunisti” e “di sinistra”,
quello cioè di chi è sempre fortemente critico verso “il partito”
e “la sinistra” ma non può pensare di abbandonare quelle
identità, di chi fa le stesse cose degli altri ma ha bisogno di
raccontarsi di essere diverso e migliore.
Bene,
ammesso che le cose stiano così, occorre dire con chiarezza che quel
modo di essere “comunisti” e “di sinistra” è una delle
peggiori eredità che ci portiamo dietro, è uno dei fattori che
hanno permesso alla sinistra di questo paese di diventare un orribile
nemico della nostra civiltà sociale. Se Pietro Ingrao ha
simboleggiato tutto questo, se egli, con la sua nobile figura morale,
ha aiutato tante persone di sinistra a sentirsi con la coscienza a
posto mentre sostenevano una parte politica che ha devastato il paese
(e continua a farlo), allora occorre dire con chiarezza che il suo
ruolo storico è stato profondamente negativo, e che simboli come
questo vanno dimenticati al più presto.
(M.B.)
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