lunedì 20 febbraio 2017

Pausa

Per ragioni personali che riguardano gli autori, il blog si prende una piccola pausa, riprenderemo le pubblicazioni tra qualche giorno...

giovedì 9 febbraio 2017

Perché distruggere la scuola pubblica? (Paolo Di Remigio)

(Riceviamo e volentieri pubblichiamo. M.B.)






Perché distruggere la scuola pubblica?

Paolo Di Remigio



La vicenda della scuola pubblica italiana va inserita nella vicenda della repubblica: l'Italia è uno Stato non ancora emancipato dalla sconfitta nella seconda guerra mondiale, dunque a sovranità più o meno strettamente limitata dalle potenze vincitrici, cioè dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Negli anni '90 la sua classe dirigente, abituata a un'ampiezza di movimento non più compatibile con i progetti neoconservatori statunitensi di impero globale, è stata liquidata e sostituita da avventizi alle dirette dipendenze dei poteri globali, che hanno occupato tutti i posti di gestione, dallo Stato alle banche, dai partiti ai sindacati, dai giornali ai pulpiti. Compito di questi proconsoli era la rinuncia a ogni sovranità dello Stato e l'attuazione di politiche economiche neoliberali; di qui l'adesione cieca alle più folli geopolitiche anglo-americane e la partecipazione autolesionistica al progetto europeo. Nel nome delle regole europee è stata smantellata l'economia mista; le imprese pubbliche che avevano portato l'Italia a diventare una delle maggiore potenze industriali sono state privatizzate; è stata ridotta la spesa pubblica; i servizi offerti dallo Stato sono diventati sempre più inefficienti e costosi per i cittadini; le pensioni così ridimensionate da dover essere integrate con la previdenza privata, le file d'attesa agli ospedali così lunghe da costringere a ricorrere alla sanità privata oppure a rinunciare a curarsi, la scuola pubblica così dequalificata da aprire la prospettiva di un'offerta di istruzione privata.


Lo Stato minimo implica la scuola minima. La scuola minima è quella che include, diverte, non istruisce. Se istruisse non ci sarebbe spazio per la scuola privata e questo offende il primo articolo di fede dell'ideologia neoliberale: la superiore efficienza dell'impresa privata rispetto all'impresa pubblica. Modello delle politiche scolastiche europee è diventato così il sistema educativo anglosassone che combina una scuola pubblica gratuita, ma degradata al punto da dover disporre i 'metal detector' per arginare le violenze, con una scuola privata, che promette facile accesso al mondo del lavoro, ma costosa, per frequentare la quale ci si può indebitare per tutta la vita – un sistema fallimentare a parere unanime, denunciato ultimamente dal primo ministro May e dal presidente Trump; un sistema che non può funzionare perché la scuola privata su cui poggia trasforma in cliente l'alunno, gli dà dunque una prevalenza sull'insegnante che rende improponibile la severità e la fatica dell'imparare; un sistema che però consente un imponente giro d'affari: solo se la scuola pubblica diventa un ospizio, può nascere una domanda solvente di istruzione qualificata, cioè genitori disposti a pagarla per i loro figli; solo questa domanda può sostenere un'offerta di istruzione qualificata, cioè una scuola privata che non sia più soltanto confessionale o parassitaria della scuola pubblica, ma che costituisca il centro nevralgico del sistema di istruzione.

martedì 7 febbraio 2017

Il potere sul lavoro

Una testimonianza interessante:


http://vocidallagermania.blogspot.it/2017/01/vita-di-un-hartz-iv.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed:+VociDallaGermania+(Voci+dalla+Germania)




Il potere sul lavoro è ovviamente il tema occulto della tante "riforme" cui abbiamo assistito, nei vari paesi europei.


Aggiunta h. 20,00:


http://www.corriere.it/cronache/17_febbraio_07/precario-30-anni-si-toglie-vita-drammatica-lettera-michele-ci-hanno-rubato-felicita-lavoro-1c7408f4-ed56-11e6-9982-e7f0326adfad.shtml




Anche questo è potere sul lavoro. A chi non lo capisce si può solo indicare la necessità di studiare. Immagino che si sprecheranno molte parole sul gesto di questo giovane. Non intendo aggiungere le mie, preferisco recuperare, da un altro tempo, queste di Fortini, alle quali spero si vorrà perdonare un'ombra di enfasi:


"Sappiamo bene che la distruzione di sé ha motivi occulti alla coscienza. Ma ci basta che una società abbia fornito, oltre alle armi, le parole della disperazione, le sue razionali ragioni, perché il giudizio che su di essa avevamo potuto pronunciare nella prima metà della nostra vita non abbia più bisogno di essere rinnovato ma solo eseguito."
(F.Fortini, Insistenze, Garzanti 1985, pag.158)

venerdì 3 febbraio 2017

La sinistra di servizio

Di servizio ai potenti, s'intende. Se si sfascia il PD siamo certo contenti (un'arma in meno in mano al nemico) ma ovviamente questo non vuol dire che si possa avere una qualche fiducia in D'Alema. Su tutta la questione dice l'essenziale Leonardo Mazzei:


http://sollevazione.blogspot.it/2017/02/loperazione-sistemica-di-massimo-dalema.html

giovedì 2 febbraio 2017

Finiti i giochetti

Finiti i giochetti di Renzi, arriva la manovra, quella vera:


http://www.repubblica.it/economia/2017/02/02/news/il_tweet_di_padoan_nessuna_manovra_estemporanea_-157411532/?ref=HREA-1


Notevole che Padoan paventi il pericolo di una "riduzione della sovranità economica", nel momento in cui pianifica di sottrarci altri miliardi per obbedire alle ingiunzioni UE. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.