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venerdì 13 maggio 2016

Per una volta

Per una volta, permettetemi la piccola vanteria del "io l'avevo detto". Oggi si parla con sempre maggiore preoccupazione dei problemi di violenza nelle scuole:




http://www.corriere.it/scuola/primaria/16_maggio_12/titolo-04935eb0-186d-11e6-a192-aa62c89d5ec1.shtml






Ed ecco cosa scrivevo nel 2006:


"Aggiungiamo infine che, a nostro avviso, il degrado della scuola arriverà presto a mettere in pericolo la stessa sicurezza fisica dei docenti: è chiaro infatti che una scuola intesa come grande parcheggio per ragazzi non ha più alcuna barriera che la protegga dalla degradazione del sociale"




http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=6634


5 commenti:

  1. Ho letto l'articolo del "Corriere" e ho rabbrividito perché vi trovo prescritta come rimedio la causa del male. Innanzitutto: se sono insoddisfatti della scuola i genitori non possono che avere ogni ragione; essi non sono presenti in classe, per lo più non sanno cosa la scuola debba fare e come; sono solo testimoni del disagio dei loro figli. Chi altro può essere responsabile di questo disagio se non gli insegnanti? Non sono loro che gestiscono il rapporto didattico? La colpa degli insegnanti è credere di poter gestire gli alunni senza la cultura, di poterla surrogare con la psicologia o con l'informatica. Cioè con i mezzi che l'esperto citato dal "Corriere" raccomanda. Non è così: gli alunni si accorgono in un attimo che l'insegnante non sa, e da questo preciso attimo l'insegnante è perduto. La violenza non deriva affatto, come crede l'esperto, dall'immobilità della scuola "ferma a ...". L'esperto parla a vanvera: se c'è un campo che negli ultimi vent'anni è stato stravolto sempre di nuovo da riforme strutturali è la scuola. Nella scuola come altrove le riforme strutturali hanno imposto l'americanizzazione. Ma le scuole americane e inglesi sono quelle in cui si verifica in media una strage al mese. I conti tornano.

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    1. Di Remigio..mi scusi. Ma la colpa è sempre degli insegnanti? Mi sarei aspettato da lei una riflessione diversa. Non basta il noto psichiatra per signora, umberto galimberti, a sparare sulla scuola e sugli insegnanti?

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  2. La colpa è SEMPRE degli insegnanti: non sono dei passanti su cui un'orda di esagitati voglia sfogare i propri impulsi improvvisi, sono la scuola. Se la loro scuola è autorevole e insegna, suscitano riconoscenza, se non è credibile e non emancipa gli alunni dalla rozzezza e dall'ignoranza, suscitano disprezzo. Certo, la colpa non è SOLTANTO degli insegnanti: non solo Galimberti, tutto ha congiurato a degradare la cultura e la civiltà. Ma cultura e civiltà non sono acquisite una volta per tutte; chi ha scelto la professione di insegnante ha scelto anche di esserne il primo presidio; dunque per lui difendere la cultura è anche difendere la dignità personale.

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    1. Caro Paolo,
      ho solo un dubbio: forse il degrado di cultura e civiltà è arrivato al punto da mettere in dubbio i tuoi assunti. Voglio dire che ormai temo possa non essere più vero che se la scuola è autorevole e insegna è apprezzata, in caso contrario è disprezzata.

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  3. Io credo che il disprezzo segreto o manifesto per l'intellettuale, la scienza e la cultura sia DA SEMPRE l'atteggiamento normale della maggior parte degli alunni e delle famiglie; nessun insegnante può presumere che gli alunni abbiano come eroi Petrarca, Hegel, Euclide, e il suo compito di gran lunga più importante è trasformare quel disprezzo in ammirazione. Se lui stesso non si è evoluto e non ammira il virtuosismo nella scienza e nella cultura, se disprezza intimamente la propria materia - e la forma più grave di disprezzo è la pregiudizio che la scienza sia in continuo movimento come il trailer di un film, che dunque nulla sia vero -, allora non solo tradisce il proprio compito e collabora energicamente al degrado generale, ma demolisce da solo il fondamento della sua autorevolezza.

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