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martedì 1 dicembre 2015

In pensione a 75 anni?

Pare sia questo il destino degli attuali 35enni (ammesso che abbiano un lavoro, s'intende):


http://www.corriere.it/economia/15_dicembre_01/inps-chi-oggi-ha-35-anni-andra-pensione-70-anni-avra-assegno-piu-basso-25percento-27ed2072-9851-11e5-b53f-3b91fd579b33.shtml


Sono quasi divertenti le righe finali dedicate alle considerazioni dell'OCSE, che da una parte spiega che l'attuale sistema è ancora troppo generoso, ma però si preoccupa del rischio povertà per i giovani. Non so se sia l'OCSE  o il giornalista, ma mi sembra ci sia qui una lieve confusione.
Scherzi a parte, e davvero c'è poco da scherzare, questa è la direzione nella quale stiamo andando, se accettiamo l'attuale organizzazione sociale. In questo come in altri campi il declino della nostra civiltà mi sembra di una evidenza solare.
(M.B.)


Aggiornamento 2-12: il commento di Poletti alle dichiarazioni di Boeri è il vuoto pneumatico:
http://www.repubblica.it/economia/2015/12/02/news/pensioni_poletti_boeri-128635467/?ref=HREC1-5

1 commento:

  1. "Il declino della nostra civiltà mi sembra di una evidenza solare". Condivido in pieno.
    Proviamo a ragionare un po' su quello che accade. Prima le evidenze empiriche. La prima evidenza è che si lavora sempre di più. Il maggior lavoro si realizza con il numero di ore di lavoro settimanali ma anche con il tempo di vita dedicato al lavoro.
    Lo dico per coloro che pensano che oramai il lavoro conta sempre di meno per la valorizzazione del capitale. Le evidenze ci dicono che non è così.
    Se pensiamo che il valore non dipenda dal lavoro (non in maniera meccanica come vorrebbe il marxismo volgare), non si riesce ad orientarsi in questo mondo.
    La valorizzazione del capitale. Se si crede, come qualcuno fa, che oramai il capitale si valorizzi da solo, con i meccanismi della finanza, si sbaglia. Le difficoltà crescenti di valorizzazione del capitale portano a creare bolle sempre maggiori. Che cosa sono? Creazione di moneta, scommesse sul futuro. Non si riesce a sfruttare i lavoratori per come sarebbe necessario per le leggi dell'accumulazione, e allora si sposta il problema in avanti. Che cos'è il consumo a debito se non questo? Il salario lo tengo basso, ma dato che il consumo è un "dovere", ti vendo la merce con un "pagherò". Cioè, il lavoratore si impegna ad essere sfruttato anche negli anni a venire, questa è la sostanza.
    Le bolle non sono solo questo. Le scommesse, che avvengono mediante meccanismi di borsa, sono scommesse sulle aziende. Quando il sistema finanziario presta sempre più denaro alle aziende, queste "devono" sfruttare sempre di più il lavoro. E' così, le evidenze empiriche lo confermano.
    Certo, è un paradosso che nell'era dell'abbondanza, si potrebbe pensare che si possa finalmente lavorare di meno e avere di più. E' una delle contraddizioni più stridenti. Non è la sola, naturalmente. Anche quella di cui, ipocritamente, discutono a Parigi in questi giorni non è male. L'ambiente si distrugge. Ma le leggi del Capitale, cioè la religione ufficiale del mondo moderno, impediscono di fermarsi, impediscono ai paesi emergenti di non usare carbone, la macchina non si deve arrestare.

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