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sabato 4 aprile 2015

La coalizione sociale di Landini? Come la Corazzata Potemkin

di Fabrizio Tringali
Da settimane il leader della Fiom imperversa sulle TV. Ospitato e intervistato ovunque, Landini lancia la proposta di costituzione di una "coalizione sociale".
Chiunque conosca un minimo gli intrecci fra media e potere, può facilmente intuire quanto possa essere davvero "rivoluzionaria" una proposta politica strombazzata su tutte le TV nazionali.
E infatti, basta provare a capire meglio le reali intenzioni di Landini, per accorgersi che la "coalizione sociale" è l'ennesima trovata utile a rivestire con uno slogan ciò che il sindacato al quale anche io sono iscritto offre davvero nel panorama politico italiano: il nulla assoluto.
E ovviamente non lo fa per caso. La Fiom avrebbe le potenzialità per essere uno degli strumenti utili a scardinare il sistema di potere che ci sta devastando. Ma la sua classe dirigente ha scelto, come sempre da almeno quarant'anni, la via della subordinazione al ceto politico.

Se la Camusso mantiene la CGIL in orbita PD, Landini prova la solita mossa dello spostamento a sinistra dell'asse del governo.
La finalità della "coalizione sociale", infatti, è tutta qui: preparare il terreno alla nascita della "Syriza" italiana, cioè il partito di Cofferati, l'ennesimo agglomerato di ceto politico sinistroide e maleodorante, recuperato dai cassonetti della spazzatura, ove è stato destinato dall'elettorato.
Ovviamente la proposta di Landini ha scatenato un entusiasmo pari a zero. Dirigenti davvero interessati al bene dei lavoratori la cestinerebbero immediatamente.
Dubito che i protagonisti in causa lo faranno, ma poco importa, perchè comunque vada, ciò che faranno sarà comunque irrilevante per i lavoratori italiani.

E lo sarà finché il sindacato non si sarà del tutto liberato dall'abbraccio mortale della sinistra politica.
Pensate: da quando Renzi ha varato il jobs-act, nei direttivi della Fiom si discute quasi solo del fatto che il sindacato ha perso il proprio riferimento politico.
Una tale affermazione farebbe sorridere, se non fosse che viene pronunciata seriamente, dalla stragrande maggioranza dei dirigenti.
Peccato che i lavoratori, ed in generale le fasce meno abbienti, non abbiano un riferimento politico da molte decine di anni.
E che per queste decine di anni, semmai, è stato il sindacato a permettere ai soggetti politici "amici" di devastare la vita e le condizioni di lavoro di milioni di cittadini. Quando al governo c'era la destra, allora si bloccava il Paese ad ogni accenno di attacco alla legislazione sociale. Quando i posti di potere venivano occupati dalla sinistra, tutto veniva concesso. Così la sinistra ha introdotto il precariato, attaccato le pensioni e pian piano preparato il campo a Renzi.
Anche nelle regioni e nelle città è stato lo stesso. Duri e puri con la destra, zitti e fermi con la sinistra. E giù colate di cemento, privatizzazioni dei servizi, finanziamenti alle scuole private.
Il tutto, ovviamente, ha causato una continua emorragia di consensi.

Il sindacato ha perso ogni capacità di lotta. E' riuscito a combattere solo le battaglie che le forze dominanti gli hanno voluto lasciar vincere, come quella sull'articolo 18 del 2002 (all'epoca alla Confindustria non importava un fico secco di cancellare l'articolo 18, e tutti furono ben contenti del fatto che la questione fosse tolta dall'agenda di governo. Tutti tranne la UE, ovviamente, che fece buon viso a cattivo gioco, e capì che era meglio aspettare il momento buono per tornare alla carica...,).

Il sindacato oggi diventato, di fatto, uno degli strumenti in mano al ceto politico, che può usarlo a suo piacimento. E Renzi ha deciso di usarlo per dimostrarsi forte, umiliandolo e mostrando che avrebbe potuto agire contro i lavoratori senza provocare alcuna resistenza reale.
La coalizione sociale di Landini merita il giudizio che il ragioner Fantozzi riservava alla Corazzata Potemkin. Ed anzi, questo giudizio pare addirittura troppo generoso. La Corazzata di Landini è già naufragata.
Poichè la crisi della CGIL e della stessa Fiom sono sotto gli occhi di tutti, avrei una timida proposta per i leader sindacali: tutti i dirigenti e i funzionari, a qualunque livello, che sono in possesso di una tessera di partito, diano dimissioni irrevocabili.
Non si tratta di una richiesta da "caccia alle streghe". Si tratta di rendersi conto che la via della connivenza con i partiti ha portato alla totale distruzione di ogni possibilità di vita per un sindacato che difenda gli interessi dei lavoratori e non quelli delle forze politiche "di riferimento". 

10 commenti:

  1. Sono iscritto ad USB da molti anni per motivi analoghi. Dunque, fossi io l'unico al mondo, sfondi una porta aperta! Solo una curiosità: perchè non sei anche tu in USB, perchè non li hai mollati? Aldo Spano, Cagliari

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    1. Io sono un lavoratore metalmeccanico (consulente informatico). Quando i lavoratori dell'azienda di cui sono dipendente hanno cominciato ad organizzare la sindacalizzazione, la fiom è stata l'unica realtà che ha concretamente aiutato quel processo. Io sono un delegato fiom che opera in autonomia, ma anche in piena collaborazione con gli organismi locali, come tutti i delegati rsu fiom. La fiom è anche questo e non è poco. Ciò detto, auspico la più ampia collaborazione possibile con i sindacati di base.

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    1. Ciao Claudio, ho letto la tua critica. Concordo che il post contenga molte affermazioni e poche argomentazioni. Ma è appunto un post. In questa breve risposta posso riassumere alcune questioni, a partire da quella fondamentale: una proposta politica va giudicata sia per il suo contenuto reale, che per la credibilità del proponente. L'idea di "coalizione sociale" può anche essere sensata, ma quella lanciata da Landini è una scatola vuota. E' solo una tiritera fatta di belle parola sulla necessità di unire le forze contro questo e quello (Renzi, il jobs act, gli attacchi alla democrazia etc...), che sono tutte giuste, ma senza indicare minimamente gli obiettivi reali, né come raggiungerli. Cosa sarebbe concretamente la coalizione sociale proposta da Landini? Come funzionerebbe? (non pretendo che tutto sia già deciso, ma una proposta seria dovrebbe indicare una via, da discutere). Quanto alla credibilità del proponente e al fatto che anche Landini, a parole, critica il sindacato in maniera non troppo diversa da me, ricordo che all'ultimo Congresso della CGIL (l'anno scorso, non nel 1800), Landini ha sostenuto la Camusso! Ha votato e fatto votare il suo documento! E non ha rotto con lei nemmeno dopo la firma dell'accordo interconfederale che ammazza i contratti nazionali (il congresso era ancora in corso)! Landini è pappa e ciccia con SEL, tanto da far eleggere in quella lista il suo numero due Airaudo, il quale, in Parlamento, fa il solito giochetto delle finte critiche al PD, stando ben attento a non disturbare troppo. Quando in Piemonte il PD ha candidato Chiamparino (Chiamparino, l'amichetto di Marchionne!! ) Airaudo ha rifiutato di costruire una candidatura alternativa, motivando che non bisognava "spaccare la sinistra". Questa è la pasta di questi personaggi, che non hanno alcun problema a passare da responsabili del settore auto della fiom a sostenitori di Chiamparino-Marchionne! Criticamente, s'intende.... Chiudo con una battuta. E' vero che la "coalizione sociale" qualche commento entusiastico l'ha suscitato. Quello di Bertinotti.

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    2. Be' non è vero, ha suscitato anche quello di Bagnai, che si è precipitato a scrivere una lettera aperta a Landini candidandosi a consigliori...

      Ma lasciamo da parte i vari mister B(ean). Questa può essere un'argomentazione: Landini non è politicamente credibile. Era consigliabile spiegarlo nel post, a mio sommesso parere. È un motivo piuttosto forte per essere pessimisti, non c'è dubbio. In questo senso l'intero articolo avrebbe potuto condensarsi in una frase: "Landini avrebbe dovuto lanciare la coalizione sociale nel 2011, rompendo col PD quando questi votò Mario Monti. Non lo ha fatto, e ora e troppo tardi". Se poi avessi voluto proprio infierire avresti potuto scrivere "a Mauri', ma se fino all'anno scorso tu ci flirtavi, con Renzi". Fine.

      C'è però un dato che mi fa essere maggiormente possibilista, questa volta (oltre al mio eterno ottimismo): il fatto che il PD ha davvero rotto i ponti con la FIOM. Ed è questo il senso profondo dei discorsi dei tuoi colleghi, che ti invito a prendere sul serio: la FIOM non ha mai passato un minuto della propria esistenza senza avere un partito di riferimento. È una situazione del tutto inedita il fatto che ora sia "orfana". A eterno disdoro dei dirigenti FIOM va il fatto che la rottura è stata determinata, unilateralmente, dal PD, e non da loro, come sarebbe stato doveroso. Ma è andata così, e ora la situazione è quella che è; e dalle situazioni inedite, spesso, nascono fenomeni inediti.

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    3. A margine.

      Se Landini si ponesse rispetto a Bagnai come ha fatto Salvini con Borghi, andando a cercarlo, cosa che Lando non fa:

      a) arriverebbe a capire qualcosa di strutturale di alcune dinamiche;

      b) ci guadagnerebbe Landini in prima persona, cioè per il suo movimento-coalizione-gruppo-o-cosa.

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  3. Concordo appieno coll'articolo, che enunzia verità tanto lapalissiane quanto sistematicamente occultate dall'apparato mediatico di regime.

    L'unico rimprovero che un lettore spocchioso (ma non tanto) potrebbe rivolgere agli autori è di essersi a loro volta resi conto della situazione con qualche decennio di ritardo. L'asservimento del sindacato al PCI-PD e di questo agl'interessi del capitale (che andava lanciando le prime ristrutturazioni in grande stile) si trovano enunziati - in termini roboanti e marxisticamente ortodossi, ma con concetti analoghi a quelli espressi nell'articolo - in tutti i documenti della sinistra extraparlamentare degli anni Settanta e primi 80.

    Da che i dirigenti sindacali e PCI cominciarono a mandare i figli a fare i dirigenti di banca, il processo è stato lineare, coll'unica grande accelerazione costituita dal crollo dell'URSS e dalla conseguente imposizione di una molto più stretta conformità ai diktat del conquistatore anglosassone.

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    1. Ehm... sinceramente mi sono accorto di tutto ciò da parecchio tempo, e così anche Marino Badiale (che non è autore di questo post). Ammetto però di aver letto pochi documenti della sinistra extraparlamentare degli anni Settanta e Ottanta. Quando furono pubblicati ero alle elementari (sono nato nel 1975)

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  4. "tutti i dirigenti e i funzionari, a qualunque livello, che sono in possesso di una tessera di partito, diano dimissioni irrevocabili"... sante parole ma la vedo dura per quei signori tornare al proprio posto di lavoro.

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  5. articolo tutto sommato condivisibile, ma la battuta finale sulla corazzata Potemkin segna una volgare caduta di stile. Infatti ho sempre pensato che i film di Fantozzi -non quelli di Eisenstein- fossero una cagata pazzesca...e assimilare Landini al Potemkin mi sembra del tutto improprio. La corazzata Potemkin non fece naufragio, la sinistra attuale, a cominciare da Berlinguer per finire con gli odierni pigmei invece sì!
    LUCIANO

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