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sabato 20 aprile 2019

Continuazione del dialogo (Paolo Di Remigio)

(Paolo Di Remigio continua il dialogo i cui passaggi precedenti sono qui e qui)



Continuazione del dialogo

Paolo Di Remigio


Il ritardo di questa risposta, di cui mi scuso, non è dovuto al venir meno dell’interesse, ma alla difficoltà di trovare la calma necessaria per riflettere con serenità su argomenti così incalzanti. Sul primo punto siamo d’accordo nella sostanza[1]. Vorrei però riflettere sulle convenzioni terminologiche per tentare di collocare filosoficamente l’ecologismo. La mia tesi è che esso, oltre a radicarsi in prospettive politiche conservatrici, abbia una notevole affinità con la corrente antiumanistica del pensiero del Novecento.

martedì 9 aprile 2019

lunedì 8 aprile 2019

Un'intervista a Streeck

Per quanto è a mia conoscenza, Wolfgang Streeck appare una delle menti più lucide nel panorama, piuttosto deprimente, dell'intellettualità europea

http://vocidallestero.it/2019/04/01/wolfgang-streeck-lunione-europea-e-un-impero/

sabato 6 aprile 2019

giovedì 4 aprile 2019

Un dialogo con Paolo Di Remigio


L'amico Paolo Di Remigio ci ha inviato qualche osservazione su un nostro articolo. Di seguito il suo intervento e la nostra risposta. Ringraziamo Paolo per questa occasione di dialogo. (M.B.)



Qualche osservazione sull’articolo di Marino Badiale e Fabrizio Tringali (Paolo Di Remigio)

Secondo Marino e Fabrizio, il capitalismo è crescita, accumulazione oltre ogni limite, tale dunque da distruggere l’equilibrio ecologico del nostro pianeta; esso inoltre impedisce che la crescita diffonda i suoi vantaggi ai ceti subalterni; esso infine distrugge la sovranità degli Stati che altrimenti, regolando l’accumulazione, avrebbero il potere di salvaguardare l’equilibrio ecologico e di diffondere i vantaggi della crescita (consentita) ai ceti subalterni.
Occorrerebbe dunque un partito con tre obiettivi: la decrescita, la questione sociale, la sovranità dello Stato.
Questo partito non c’è e non lo si vede neanche in prospettiva: i movimenti ecologisti, preoccupandosi soltanto della decrescita, trascurano questione sociale e sovranità dello Stato; i movimenti socialisti, preoccupandosi soltanto della questione sociale, trascurano la decrescita e la sovranità dello Stato; i partiti populisti, in quanto adepti del neoliberalismo, trascurano la decrescita e la questione sociale.
Siamo dunque ‘sull’orlo del precipizio’.

Osservazioni.
1. Il concetto di equilibrio ecologico allude a un’armonia naturale che non c’è. La natura ha una sua storia, razionale in sé, cioè internamente e nella lunghissima durata, ma dal punto di vista umano (che si restringe a un tempo infinitesimo dei tempi della natura) la natura è brutale. Si pensi alla nullità dell’individuo biologico, che esiste a tal punto soltanto in funzione della specie, che questa si evolve soprattutto per stermini. La volontà di salvaguardare la natura non ha un senso umano; unico scopo umano plausibile è quello di conservare l’ambiente naturale adatto all’uomo, cioè l’abitabilità della natura dall’uomo. Si tratta quindi non di annullare l’impronta dell’uomo sulla natura, né di ridurla: l’uomo ha diritto di modificare la natura per la sua vita; si tratta invece di rispettare la vita dell’uomo. Di questo rispetto fanno certamente parte la lotta contro l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, contro l’esaurimento delle risorse qualunque esse siano, ma non iniziative drastiche che tengano o respingano nella miseria enormi masse di esseri umani.