domenica 29 ottobre 2017

Evidenza solare

Torno sulla questione affrontata rapidamente nel post di ieri. Mario Tronti in senato pronuncia un omaggio alla Rivoluzione d'Ottobre e poi vota per la nuova legge elettorale. Al seguente link potete controllare la votazione (dopo aver aperto il link, cliccare sulla cifra 1 in alto a sinistra).


http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Votel/0906/Tot.htm

Questo piccolo episodio, in sé di scarsa importanza, è però utile per capire alcune cose. Una decina di anni fa, scrivendo assieme a Massimo Bontempelli "La sinistra rivelata", avevamo teorizzato l'unità di fondo di destra e sinistra nell'accettazione dell'organizzazione sociale capitalistica come vincolo intrascendibile, il che implicava, da parte di destra e sinistra, l'accettazione di tutte le conseguenze dell'attuale fase del capitalismo: distruzione dei diritti e dei redditi dei ceti subalterni, distruzione del ceto medio, distruzione della democrazia. Il ruolo sistemico oggettivo dell'opposizione di destra e sinistra, al di là ovviamente delle intenzioni soggettive, si riduceva a quello di mero spettacolo, utile a distrarre le vittime del capitale dal rendersi realmente conto di ciò che stava loro accadendo. Tutto questo, dieci anni fa, non era forse ancora del tutto evidente, e richiedeva quindi un certo sforzo teorico. La novità di questi ultimi anni mi sembra sia l'assoluta, plateale, solare evidenza di quanto andavamo allora dicendo. Torniamo al caso di Tronti. Ciò che appare alla "superficie spettacolare" è l'intellettuale marxista che esalta la Rivoluzione d'Ottobre facendo infuriare la destra. Nei seguenti link trovate qualche esempio di queste polemiche.

https://www.agi.it/politica/mario_tronti_rosatellum_rivoluzione_ottobre_lenin-2287898/news/2017-10-25/









Si noti in particolare l'intervento di Gasparri. Ora, mentre si sollevano queste polemiche, nello stesso istante, Tronti e Gasparri votano assieme la legge elettorale. Nello stesso istante, ripeto (in senso storico-politico, s'intende). Cos'altro si può aggiungere? Occorre ancora discutere, analizzare, polemizzare? Io credo di no. Ormai il fatto che destra e sinistra siano solo due articolazioni dello stesso potere sistemico è una evidenza palmare. Con chi non vuole vedere questa evidenza è inutile discutere.

sabato 28 ottobre 2017

Oppio del popolo

A quanto pare, Mario Tronti fa in Senato l'elogio della Rivoluzione d'Ottobre, e poi vota la fiducia al governo Gentiloni, approvando in questo modo la nuova micidiale legge elettorale.

http://sollevazione.blogspot.it/2017/10/mario-tronti-un-bolscevico-in-senato-di.html


Se le cose stanno così (e siamo pronti a correggerci se ci sbagliamo, naturalmente), si resta davvero senza parole. Fatti come questo sono la critica postuma e definitiva a un intero mondo: il marxismo italiano, l'operaismo, l'egemonia culturale della sinistra, e via discorrendo. Si votano le peggio schifezze ma ci si sente nobili e coraggiosi a fare un bel discorsetto che fa arrabbiare Gasparri. La sinistra intellettuale, in tutte le sue infinite forme e diramazioni, è questo, e nient'altro che questo: oppio del popolo. Di scarsa qualità, oltretutto.

venerdì 27 ottobre 2017

Una piccola cosa

Una piccola cosa che permette di capire il nostro mondo. Pare che i ragazzi delle medie non possano uscire da scuola se non c'è un adulto a prenderli. Ne parla la ministra Fedeli

http://www.repubblica.it/scuola/2017/10/26/news/la_ministra_fedeli_mamme_andate_a_prendete_i_vostri_figli_a_scuola_-179402159/?ref=RHPPRB-BH-I0-C4-P2-S1.4-T1


Ora, io non ho fatto nessuna ricerca per capirci meglio, quindi per il momento prendo per buono quello che dice Fedeli, cioè che effettivamente esiste una legge che obbliga le scuole medie a comportarsi nel modo descritto. La piccola frase illuminante è alla fine dell'intervista (per la quale bisogna vedere il video): più o meno, Fedeli dice che è bello per i nonni andare a prendere i nipotini a scuola. Sembra sia tutto ciò che questa signora ha da dire alle famiglie alle quali questo vincolo crea ulteriori problemi, da sommare ai tanti altri della vita di tutti i giorni. E se i nonni non ci sono più? Se abitano lontano? Se non sono autosufficienti e, lungi dal poter offrire aiuto, sono loro ad averne bisogno? Considerazioni evidentemente prive di importanza, per Fedeli. Ci facciamo chiamare ministra invece di ministro, perché questa è la cosa importante, invece il fatto che questo  vincolo possa creare problemi ai genitori che lavorano, uomini e donne, non è un problema per la ministra. Questo piccolo fatto, certo di nessuna importanza rispetto ai grandi temi, ci illumina una volta di più su cosa sia la classe politica che ci governa. Loro non faranno mai nulla per i nostri problemi, perché i nostri problemi non sono i loro problemi. Teniamocelo per detto.

Aggiunta h.13,35: sembra che Renzi, che non è stupido, abbia capito che cambiando la legge si può fare una cosa popolare a costo zero. Forse a questa sciocchezza si troverà rimedio. In ogni caso, il fatto che ogni tanto qualche politico dica di voler rimediare alle stupidaggini di altri, non cambia il giudizio sulla natura profonda della nostra classe politica.

Inutilità

Aldo Giannuli commenta la nuova legge elettorale (prima della sua approvazione):

http://www.aldogiannuli.it/legge-elettorale-pd-e-giovani/

C'è un passaggio in cui Giannuli constata "l'assoluta inutilità di ogni tentativo di ragionarci su". Si riferisce alla legge elettorale, io provo la stessa sensazione riguardo all'intero arco dei dibattiti contemporanei. E' per questo che gli interventi su questo blog sono sempre più rari.

sabato 14 ottobre 2017

Le cause e gli effetti

Fra i miei molti difetti vi è anche quello di leggere, sul sito di Repubblica, la rubrica delle lettere curata da Concita De Gregorio. Molto spesso è una specie di tribuna del politicamente corretto, qualche volta emergono brandelli di verità, come in questi due casi:


http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2017/10/11/che-la-morte-di-francesca-non-sia-inutile/?ref=RHPPRB-BH-I0-C4-P2-S1.4-T1


http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2017/10/13/ho-26-anni-e-non-ce-la-faccio-piu/?ref=RHPPRB-BH-I0-C4-P2-S1.4-L


Il dolore che queste lettere esprimono merita tutto il nostro rispetto. E' impossibile però non vedere che in esse le situazioni descritte sono vissute come un dato immodificabile, una fatalità naturale e probabilmente eterna. L'individuo che non ce la fa è lasciato solo con se stesso, con la propria debolezza, con la propria incapacità di gestire il "capitale umano". Così, l'unica azione a cui si può pensare è quella di istituire una borsa di studio "per aiutare i neodiplomati a orientarsi nel mondo del lavoro". Si è persa completamente la capacità di capire che gli effetti hanno delle cause, che la realtà sociale non è un dato naturale, ma è il risultato della storia, dell'economia, della politica, cioè è una realtà umana frutto di umane scelte. Tutto questo mostra con chiarezza la nostra impotenza. Esistono biblioteche intere di libri che trattano in lungo e in largo i meccanismi del capitalismo neoliberista e globalizzato, che spiegano in modo dettagliato le scelte che hanno portato alla perdita dei diritti del lavoro, alla distruzione della classe media, e come conseguenza alla devastazione delle psicologie individuali. Queste lettere ci suggeriscono che nulla di tutto ciò è arrivato alla maggioranza dell'opinione pubblica. Mi sembra evidente che il problema non è più quello di "sapere" (almeno, non è questo il problema principale), ma quello, antico e sempre nuovo, del "che fare?"

mercoledì 4 ottobre 2017

"La fine dell'alchimia"

Consiglio la lettura di “La fine dell’alchimia”, di Mervyn King, edizioni ilSaggiatore. L’autore non è “uno dei nostri”. Governatore della Banca d’Inghilterra dal 2003 al 2013, le ricette che propone per combattere la stagnazione nella quale si dibattono le nostre società sono sostanzialmente di tipo liberistico. Le sue analisi della situazione sono però interessanti. In particolare, nella quindicina di pagine che dedica ai problemi dell’eurozona, ribadisce i pilastri dell’interpretazione che di tali problemi ha dato il mondo degli antieuristi: impedire la svalutazione ha impedito la correzione delle differenze fra le varie economie, e “per i paesi meridionali dell’Unione la conseguenza è stata una notevole perdita di competitività rispetto alla Germania (p.201)”. L’unico modo per correggere queste distorsioni, “nel quadro di un’unione monetaria, è una “svalutazione interna” che implica una prolungata disoccupazione di massa al fine di ridurre salari e prezzi (p.207)”.
Gli esiti possibili sono quattro, secondo l’autore: in primo luogo, il prolungamento indefinito della disoccupazione nei paesi più deboli; in secondo luogo, la crescita dell’inflazione in Germania per riequilibrare i livelli di competitività; in terzo luogo, il consenso a trasferimenti fiscali a tempo indeterminato dai paesi del nord ai paesi del sud; infine, la dissoluzione dell’eurozona.
A questa lucida analisi possiamo, da parte nostra, solo aggiungere che la seconda e la terza soluzione sono politicamente impraticabili per l’opposizione della Germania, quindi l’unica scelta reale è fra l’impoverimento continuo dei paesi del sud e la dissoluzione dell’eurozona.
Tutto questo è spiegato dall’autore con molta chiarezza e lucidità. Nel confronto con questo tipico rappresentante dei ceti dirigenti anglosassoni, risaltano sinistramente il cinismo, la rozzezza e l’ignoranza dei ceti dirigenti nostrani, da destra a sinistra, convincendoci una volta di più che spazzare via nella sua interezza l’attuale ceto politico è condizione necessaria per la salvezza del paese.