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domenica 26 marzo 2017

Fare presto

Considerazioni su cui riflettere in questo articolo di Luigi Pecchioli, dal sito di a/simmetrie

http://www.asimmetrie.org/opinions/fate-presto-la-trappola-del-lungo-periodo/


domenica 19 marzo 2017

Quale futuro per Genova?

di Fabrizio Tringali 
Genova. Leggo sui giornali che sarebbe pronta la lista dei fuoriusciti dal M5S. La cosa non è particolarmente interessante. La mia speranza è che con la frattura del M5S si creino finalmente le condizioni per la nascita di un movimento cittadino popolare capace di unire tutti quelli che vogliono costuire un'alternativa politica partecipativa.
Cosa che fino ad oggi non è stata possibile perché si finiva sempre per dividersi fra chi confluiva nel M5S, e chi ne vedeva i limiti e le contraddizioni (e non voleva farsi dirigere da Grillo, Casaleggio e i loro caporali locali).
Come prevedibile, i primi ottenevano di far parte di un movimento con una forza elettorale consistente, ma con una pratica politica totalmente incoerente rispetto alle proprie parole d'ordine principali (democrazia diretta... si, diretta da Grillo e Casaleggio);
i secondi mantenevano la coerenza, ma senza la possibilità di costruire un consenso elettorale significativo.
Ecco, vorrei che una eventuale lista per il Comune e per i Municipi fosse espressione di un progetto davvero nuovo, capace di superare le divisioni precedenti, inclusivo e coerente. Non della delusione (pur del tutto legittima) di chi sta abbandonando il M5S.


Foto scaricata dalla seguente URL: http://cit.h-cdn.co/assets/15/07/980x490/landscape_nrm_1424009772-apertura_genova_flare.jpg

sabato 18 marzo 2017

Una coalizione di cittadini per Genova!

di Fabrizio Tringali


Cinque anni fa, un gruppo di persone, appartenenti a diverse associazioni e movimenti civici, tentò, senza riuscirvi, di dar vita a una lista civica realmente indipendente dal sistema partitico ed orientata alla democrazia partecipativa.
Oggi è possibile realizzare quel che allora fallì ?
E' possibile pensare di costuire, finalmente, una speranza per la nostra città?

Il traguardo delle elezioni è vicino. Qualcuno si è già messo in cammino, altri stanno riflettendo, altri ancora si sono allontanati o hanno ridimensionato il proprio impegno. In questo quadro, nessuno sembra sufficientemente attrezzato per proporre, da solo, una realistica alternativa all'orrendo arco di forze politiche oggi esistente, costituito da chi è direttamente responsabile del declino (come le forze di centrodestra e di centrosinistra) oppure da chi è palesemente inadatto ad opporvisi (come il M5S ormai totalmente degenerato in un partito leaderistico-aziendale).

L'unica speranza è riunire tanti cittadini in una coalizione per Genova. A partire da coloro che sono quotidianamente attivi nella difesa dei beni comuni, dei servizi pubblici, del lavoro.

Penso ad una coalizione di cittadini per Genova, larga e variopinta.

Normalmente, quando si pensa ad un'aggregazione eterogenea, si immagina che i partecipanti facciano un passo indietro, rispetto alle proprie appartenenze, facendo sparire i propri simboli. A mio parere sarebbe molto più opportuno il contrario: fare tutti un passo avanti, mantenendo propri nomi, simboli, parole d'ordine.

Mi piace pensare ad una coalizione in cui ogni gruppo aderente possa manifestarsi apertamente, diffondere materiale, fare proselitismo. Purché lo faccia nel rispetto degli altri gruppi e promuovendo contemporanemente la coalizione stessa.

Una coalizione senza leader nascosti e inarrivabili, senza intrecci coi poteri economici, senza altro obiettivo se non quello di restituire Genova ai suoi legittimi proprietari: i suoi cittadini.

Una coalizione che prenda l'impegno di dire la verità, in particolare su come viene sperperato il denaro pubblico e sulle storture del cosiddetto "Patto di Stabilità Interno" imposto dall'Unione Europea, che costringe a continui tagli e costituisce la principale spinta alla privatizzazione dei servizi pubblici.

Per farcela, sarà più che sufficiente condividere poche regole (da sottoscrivere pubblicamente), e una piattaforma politico-programmatica essenziale (incentrata sulla difesa dei beni/servizi pubblici, la trasparenza, la dissoluzione dei legami fra politica ed affari privati).

In caso di vittoria elettorale: introduzione del bilancio partecipativo e di tutti i possibili strumenti di partecipazione democratica.

In caso di sconfitta: opposizione intransigente sui temi della difesa dei beni/servizi pubblici (come trasporti, acqua, verde cittadino); sostegno "gratuito" (cioè senza barattare alcunché) a tutte le delibere in linea con il programma della coalizione.

In ogni caso: nessuna alleanza con partiti o movimenti dell'attuale sistema, né prima né dopo le elezioni; massimo impegno per la crescita di tutte le forme di cittadinanza attiva e di impegno sociale, perché il nostro obiettivo principale non deve riguardare le elezioni, bensì la rinascita della città attraverso la partecipazione popolare.

Lancio in rete quest'idea, ben sapendo che probabilmente cadrà nel vuoto. Però sono convinto che si tratti di un'idea buona e vincente. La lascio a disposizione di chi vorrà eventualmente accoglierla.

Fabrizio Tringali

Immagine tratta da http://www.acrilico.org/wp-content/arcobaleno02.jpg

giovedì 16 marzo 2017

Furia del dileguare

Su Repubblica il solito attacco all'Università italiana:

http://www.repubblica.it/scuola/2017/03/14/news/_in_italia_neanche_un_posto_da_bidella_ad_harvard_guido_la_banca_dei_cervelli_-160493626/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P16-S1.6-T2


La storia è quella di una ricercatrice che in Italia non riesce a trovare un posto "neppure come bidella", emigra e fa carriera negli USA. Solo che stavolta un collega corregge la storia rivelando che la scienziata in questione aveva in realtà vinto un posto da ricercatore (che all'epoca voleva dire un posto a tempo indeterminato) e l'aveva rifiutato perché le proposte che aveva ricevuto negli USA erano più interessanti. La replica della scienziata emigrata conferma in sostanza questa versione, come potete leggere:

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/03/15/news/bocciata_come_bidella_insegna_a_harvard_un_posto_in_italia_mi_fu_offerto_ma_con_fondi_e_spazi_per_la_ricerca_mimini-160603323/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P16-S1.6-T1


Si tratta di storie del tutto normali, per chi vive nell'ambiente universitario. Ma una storia normale non interessava alla giornalista, non poteva essere "sparata" con un titolo ad effetto. Se non fosse stato per il collega che si è preso la briga di correggere la versione dell'intervista originaria, a tutti sarebbe rimasto nella mente, appunto, il titolo ad effetto. Ed era questo che si voleva. E' evidente il senso di queste operazioni: si tratta di un episodio della campagna di denigrazione dell'Università pubblica che i giornali mainstream conducono da molto tempo. A sua volta, questa campagna è solo un aspetto della  generale guerra a tutto ciò che è pubblico, da tempo dichiarata dai ceti dominanti. Le plebi, le vere vittime di questa guerra, non capiscono nulla e applaudono allo spettacolo di questa distruzione dello Stato, di questa "furia del dileguare", invocando il pollice verso per il nuovo nemico, il dipendente pubblico.

lunedì 13 marzo 2017

Sul progressismo della sinistra

Un bell'intervento di Carlo Formenti

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?p=21855


Formenti rappresenta un bell'esempio di un intellettuale di sinistra che, accettando di confrontarsi con la realtà e di ragionarci seriamente, arriva a capire molte cose e a distaccarsi dall'ambiente nel quale si era formato. Onore al merito. Purtroppo è solo l'eccezione che conferma la regola. E la regola è rappresentata dai poveracci che fanno casino contro Salvini a Napoli, e credono in questo modo di aver fatto qualcosa.

sabato 4 marzo 2017

Spostamenti oligarchici

Il sempre benemerito sito "Voci dall'estero" pubblica questa traduzione di un articolo di Ted Malloch, docente alla Henley Business School ma, soprattutto, accreditato come probabile prossimo ambasciatore USA presso l'UE:

http://vocidallestero.it/2017/02/28/ted-malloch-il-punto-di-vista-americano-sullintegrazione-europea/

Si tratta di una lettura molto interessante per capire le idee di quella parte dei ceti dominanti USA che si riconosce in Trump.