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mercoledì 5 ottobre 2016

Paolo Di Remigio sulla riforma costituzionale


(Un breve intervento dell'amico Di Remigio sulla riforma. M.B.)

Nessuno parla peggio della riforma costituzione di chi le è a favore. Per elogiarla dice che accelererà i processi decisionali. Le decisioni si prendono però dopo 'matura' riflessione e, a meno che non si sia sul campo di battaglia, la decisione rapida è sempre quella sbagliata. Il bicameralismo aveva questo fine, rallentare il processo decisionale affinché il suo risultato fosse ben ponderato: la lentezza è la virtù di chi sa decidere. Sostenere poi che i problemi attuali dell'Italia siano un effetto del 'ping-pong' tra le due Camere è quanto meno avventato. Più probabile il contrario: i nostri problemi vengono dall'irresponsabilità con cui un intero ceto dirigente ha deliberato senza ben capire cosa stesse facendo e senza riflettere sulle conseguenze, in fiduciosa obbedienza alle direttive della grande finanza bancarottiera. Così hanno firmato il trattato di Maastricht senza riflettere che il cambio fisso avrebbe cancellato la nostra competitività e che i suoi parametri ci avrebbero condannato all'austerità, hanno introdotto il pareggio del bilancio pubblico senza pensare che esso vanificava l'impegno della Repubblica per la piena occupazione; hanno votato la 'Buona scuola' senza indagare sui danni già provocati dall'autonomia e il Jobs Act trascurando che avrebbe depresso la domanda in un contesto di domanda già depressa. La rapidità è la virtù di chi deve soltanto eseguire ordini.

1 commento:

  1. Capivano e sapevano tutto e abbiamo anche le prove: i verbali parlamentari degli interventi di Napolitano nel dicembre del 1978; sono pubblici ed in rete, essi costituiscono una prova schiacciante delle responsabilità della sinistra italiana sulla adesione allo SME e poi all'euro; la classe dirigente comprendeva i rischi ma ha scelto il collaborazionismo per interesse personale o di famiglia, del resto è meglio una carriera sicura e ben pagata che un lavoro precario o un posto da insegnante a 1600 euro al mese

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