martedì 3 novembre 2015

Un dibattito sull'euro

Non recentissimo, ma comunque interessante


http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/Euro-si-euro-no.-Economisti-a-confronto-31572

1 commento:

  1. A mio parere, l'osservazione di Biasco che afferma come l'eventuale uscita dall'euro dell'Italia indurrebben effetti sull'intero scenario finanziario globale, è del tutto corretta.
    Tuttavia, egli se ne serve per sostenere che l'effetto recessivo globale ridurrebbe la possibilità di esportare merci da parte dell'Italia.

    Mi chiedo come sia possibile che nessun economista sostenga con vigore e determinazione l'inevitabilità del fallimento bancario globale, che un profano come me invece scorge chiaramente.
    La storia economica dal 2008 ad oggi è la storia degli interventi da parte degli stati occidentali per salvare il sistema bancario tramite l'iniezione di una quantità enorme di liquidità anche tramite i QE a cui la BCE per ultima si è convertita.
    Ciò che preoccupa è che malgrado questi sforzi titanici, i conti delle banche non sono migliorati, che i fattori di rischio non si sono ridotti ma sono addirittura aumentati, e che una ridotta disponibilità di liquidità spingerebbe inesorabilmente le banche verso il fallimento acclarato.
    Apparentemente, questi interventi di aumento della liquidità non riescono ad avere nessun effetto realmente terapeutico, ma servono solo a rinviare nel tempo il momento di tale catastrofico fallimento, ma col rischio di trascinare nel disastro anche il sistema monetario, con lo scoppio di un'inflazione così desiderata oggi, in maniera esplosiva e quindi incontrollabile.

    Ecco, a mio parere, questi economisti si trastullano con scenari troppo calmi per essere realistici, e di conseguenza penso che il motivo prioritario per uscire dall'euro, è quello di uscire da questa giostra di pazzi che sono diventati i mercati finanzairi globali.
    Il controllo delle frontiere per i capitali ed anche per le merci potrebbe farci subire il big bang finanziario globale solo di striscio. Non è chi esce da questa giostra che deve preoccuparsi per le conseguenze, ma è chi al contrario vi rimane intrappolato.

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