martedì 24 novembre 2015

Forse una poesia

Non abbiamo mai pubblicato "cose" di questo tipo. C'è sempre una prima volta. L'ho scritta perché sono stato toccato dalla sorte di Valeria Solesin.
(M.B.)


Parigi 13-11-15

Schiudi inferno la bocca ed inghiotti
nel tuo grembo l'intero creato
sull'ignoto assassino esecrato
le tue fiamme discendano o ciel.

Faceva freddo a Parigi
l'inverno del '90-'91.
Giravo la sera con altri giovani esseri umani
fra una mostra ed un concerto.
Non volevamo perderci nessuna
delle meraviglie
della Ville Lumière

O gran dio, che ne' cuori penetri
tu n'assisti, in te solo fidiamo;
da te lume, consiglio cerchiamo
a squarciar delle tenebre il vel!

Seguivo concerti di musica mongola
rassegne di film sovietici dell'Asia centrale
al museo Guimet camminavo
fra nuvole di porcellane colorate
(famille verte, famille rose)

L'ira tua formidabile e pronta
colga l'empio, o fatal punitor;
e vi stampa sul volto l'impronta
che stampasti sul primo uccisor.

Senza saperlo,
ricalcavo le orme
di infiniti giovani
venuti da tutte le province del mondo
lungo uno o due secoli
gli occhi ben aperti
il cervello teso allo spasimo
per vivere fino in fondo
il pulsare appassionato
di una civiltà.

A scuola, dopo i morti,
avete letto poesie sull'amore
e avete scritto i vostri pensieri
tu hai parlato degli sguardi degli animali
come frecce di tenerezza

Forse volevi dire
che ogni vita ci riguarda

Valeria nelle foto ha uno sguardo pulito
faceva volontariato per Emergency

Molto tempo fa, qualcuno scrisse
che senza carità
diventano mostri
fede e speranza

Alcuni di noi,
americani e britannici su tutti
hanno flirtato col jihadismo.
Spesso lo hanno armato e finanziato
per provvisori fini propri
salvo poi perdere il controllo
del mostro
che avevano contribuito a creare”

Il Signore gli rispose:
Orbene, chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte tanto”.
Poi il Signore mise un segno su Caino affinché,
chiunque lo incontrasse, non lo uccidesse.






(“Schiudi inferno la bocca ed inghiotti ecc”, assieme alle due citazioni seguenti, è il testo del coro nel finale del primo atto del “Macbeth” di Verdi. Si può notare che Macbeth e la sua donna, i due assassini, cantano assieme agli altri il loro orrore per l'omicidio del re;

famille verte, famille rose: stili di porcellana cinese;

"tu hai parlato ecc.": mia figlia;

Molto tempo fa, qualcuno scrisse ecc.": Pasolini, in un articolo del 1968;

Alcuni di noi ecc”: da un articolo di Lucio Caracciolo, su “Repubblica" del 17-11-15;

Il signore gli rispose ecc.”: Genesi, 4,15).













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