giovedì 21 maggio 2015

Il Movimento 5 Stelle ha un'occasione storica

Nel suo ultimo articolo, Marino Badiale ha chiarito quanto sia illusorio sperare che da quel che resta della sinistra politica italiana possa nascere una qualche forza capace di opporsi realmente alle forze dominanti.
Lo spazio politico che si è aperto alla sinistra del PD, sarà coperto da un soggetto politico formato da quelli con cui Renzi non vuol più avere a che fare. I vari Fassina, Civati, Vendola e Ferrero, capitanati da Cofferati (che si è accorto della degenerazione del PD solo dopo esser stato trombato) e sostenuti da Landini (che si è inventato per l'occasione una non meglio definita "coalizione sociale").

La domanda sorge spontanea: ma come è possibile che una tale accozzaglia di notabili senza credibilità possa dar vita ad un soggetto politico capace, probabilmente, di ottenere significativi risultati elettorali?

La risposta ha in parte a che fare con il famigerato "popolo di sinistra", i cui appartenenti hanno interiorizzato che essere di sinistra significa affermare di essere dalla parte dei lavoratori, della giustizia sociale, della pace, essendo però pronti a prendere a mazzate i lavoratori, devastarne i diritti e le condizioni di vita, e fare la guerra, non appena si raggiungono posti di potere.
Il "popolo di sinistra" è quindi ben disposto a votare quelli che fino a ieri, dentro al PD o alleati con esso, si sono resi corresponsabili di ogni nefandezza. 
Ma non è tutto qui.
Quel "popolo", infatti, è ormai ridotto al lumicino, ed elettoralmente è quasi irrilevante. Non possono essere certo né Fassina, né Civati, né Cofferati, a ridargli vigore. 
Tuttavia un ampio spazio politico ed elettorale "a sinistra del PD" si sta davvero aprendo. Renzi può essere accusato di tutto, ma non di nascondere i propri intenti. Il carattere antisociale del governo è ormai evidente ed anche molti fra quelli che non si fanno troppe illusioni sull'ennesima aggregazione di sinistra prossima ventura, in assenza di alternative, potrebbero votarla per cercare di indebolire l'esecutivo.
Una sconfitta alle elezioni regionali, in particolare in alcune realtà come la Liguria, costituirebbe un duro colpo per Renzi.

In questo quadro, appare evidente che il M5S sta gettando alle ortiche un'occasione storica.
Se l'ennesima operazione cosmetica della sinistra politica avrà un qualche successo, sarà perché esiste una quota non irrilevante di elettorato che ha a cuore valori tradizionali della sinistra, come la giustizia sociale, ma non è disposta a votare M5S nonostante esso sia vicino a quei valori, perché diffida (legittimamente) della sua contraddittoria organizzazione e della sua dipendenza dalla coppia di fondatori.

Il M5S è quindi di fronte ad un bivio: continuare a fare quel che ha sempre fatto, mantenendo la propria attuale identità, oppure lanciare il percorso verso un nuovo soggetto politico, aperto e partecipativo, capace di superare le tante ambiguità che il movimento ha mostrato di avere, a partire dal fatto di propugnare la democrazia diretta essendo però incapace di applicarne i principi al proprio interno, ed anzi essendo proprietà di due sole persone.

Purtroppo le scelte fatte in questa tornata elettorale indicano che il M5S ha imboccato la prima via, che a mio avviso può solo portare al declino del movimento stesso. 
La seconda strada, invece, porterebbe a conquistare lo spazio politico "a sinistra del PD" evitando che in esso si intrufolino i pezzi di ceto politico scartati da Renzi.
E' ovvio però che alla fine, i due fondatori del M5S perderebbero il loro potere. Ed è altrettanto ovvio che un tale percorso non vedrà mai la luce senza il loro consenso. 
Sta a loro scegliere se continuare a comandare il movimento, tenendolo sulla strada dell'irrilevanza, oppure se accompagnarlo in un percorso di emancipazione, al fine di costruire un soggetto politico di alternativa realmente partecipativo, le cui potenzialità sarebbero enormi.

4 commenti:

  1. Difficile che un partito di confusionari guidato da un burattino e un teleguidato afferri occasioni storiche, tranne quella che ha già afferrato: occupare uno spazio dove potrebbero nascere occasioni storiche, appunto per non farle nascere.

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  2. Non è difficle commentare questo articolo poichè è frutto di una mente politicamete schierata con una determinata logica, cioè con l'unica logica sino ad oggi conosciuta per fare politica e cioè la logica dei partiti. Il concetto nuovo del Mov. la politica è fatta dai cittadini e il politico è solo strumento del volere dei cittadini, in Tringali è assente , o meglio , non è arrivato. Per Fabrizio Tringali contano solo i partiti.. Tutta la parte fondamentale che costitisce la vera forza del Mov. , cioè la democrazia diretta , i referendum propositivi, le leggi di iniziativa popolare, la possibilità ,online di contribuire a scrivere una legge, la possibilità di revoca del politico da parte dei cittadini, la trasparenza dei bilanci e delle decisioni, sia dei bilanci dei comuni che delle regioni che dello Stato...niente... di tutto ciò non è arrivato niente. Tringali si occupa soltanto di augurarsi che il Mov. vada ad occupare fisicamente una collocazione "geografica" in parlamento , a sinistra , e in particolare a sinistra del PD. Come se la collocazione "geografica" avesse ancora un significato . Tringali si scorda che da sempre, e dico da sempre cioè dalla nascita dei partiti , che il partito di sinistra cerca lo spazio alla sua sinistra ....non trovandolo mai. .Decine di partiti si sono buttati su quello spazio e tutti hanno sempre miseramente fallito, non perchè non avessero buoni programmi, ma semplicemente perchè è uno spazio che non esiste. Non esiste più lo spazio di un partito e tanto meno esiste lo spazio a sinistra di un partito. La realtà è che i partiti non riempiono più alcuno spazio e non hanno più alcun significato. L'unico spazio da riempire è quello individuato dal Mov e appena detto sopra. La volontà dei cittadini potrà piacere o meno alla minoranza che non ha votato quella decisione in quel modo ,potrà essere valutato di destra o di sinistra, potrà essere oggi in un modo , domani in un altro, ma l'unico spazio libero è quello di far decidere ai cittadini. Diceva ancora gaber : " Cosa vuol dire destra e cosa vuol dire sinistra? E ancora di più cosa vuol dire a sinistra del PD? Quando l'autore afferma che " Il M5S è quindi di fronte ad un bivio: continuare a fare quel che ha sempre fatto, mantenendo la propria attuale identità, oppure lanciare il percorso verso un nuovo soggetto politico, aperto e partecipativo, capace di superare le tante ambiguità che il movimento ha mostrato di avere, a partire dal fatto di propugnare la democrazia diretta essendo però incapace di applicarne i principi al proprio interno, ed anzi essendo proprietà di due sole persone." Dice due errori contemporaneamente. I due "creatori" del Movimento, oltre ad avere il merito di averlo creato , lo devono dirigere.Primo per difenderlo. Vogliamo ricordare i parlamentari che eletti con il Mov. remavano per allearsi conil PD ? o con altre forze? E' evidente che sin dall'inizio i partiti hanno tentato di inquinare il Mov. che vuole essere un Mov. di distruzione della logica "politica=partiti" alla quale facevamo riferimento prima. Secondo per mantenere diritta la barra verso la diffusione della necessità di superare il concetto stesso di partito.Oppure Tringali pensa che Grillo e Casaleggio , intervengano in ogni decisione dei cittadini a pilotarne la volontà? Scriveranno loro le leggi di iniziativa popolare? Decideranno loro i referendum propositivi? Saranno presenti delle discussioni di tutte le approvazioni dei bilanci dei comuni di tutta italia?

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  3. Sono molto d'accordo col commento del Signor Carlo Lorenzi, colmo di profonda capacità di analisi, supportata dalla speranza di chi affronta il mare ignoto per terre nuove, lasciando il porto di acque putride . Coraggio e nobiltà d'animo che guidano l'intelligenza e non l'opportunista sicurezza di vecchi steccati che troppo spesso chiamiamo "saggezza" hanno fatto camminare il mondo verso il buono e il bello che pure esistono. Salute a tutti, Luca Bonvicini

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